Dipendenza da cibo: conosci e combatti le tue voglie

Senti di avere una dipendenza da cibo, una fame continua che ti accompagna tutto il giorno?
E’ questa dipendenza da cibo che ti fa venire meno ai buoni propositi di alimentazione più sana e moderata?

Se pensi questo, ma riesci anche a identificare la tua dipendenza in voglie precise (voglia di dolci, di cioccolato, di snack salati come patatine e grissini) allora forse questa tabella può aiutarti ad “aggiustare” la tua alimentazione dandoti quei nutrienti che forse ti mancano, e che hanno una responsabilità nelle tue scelte sbagliate.

Chiariamoci: in parte hanno una responsabilità. Non hanno tutta la responsabilità.

Voglio dire che a volte se uno vuole dolci è perché vuole zuccheri. Punto e basta.
O se uno vuole un dolce particolare possono esserci anche delle ragioni emotive, legate a dei ricordi felici, sereni, a qualcosa che ci rimanda all’infanzia.

Ma credimi, ti aiuta conoscere se la carenza di nutrienti ha la sua parte nella dipendenza da cibo.
Per esempio da quando uso più magnesio, bevendo questo integratore fatto in casa, la mia voglia di cioccolato si è di molto ridotta.

DIPENDENZA DA CIBO: IN PARTE È NORMALE

Molte persone si chiedono perché, pur sapendo cosa devono mangiare per stare bene e in migliore forma, provano una dipendenza verso cibi particolari, in genere densi di calorie, molto dolci, salati, e spesso a base o di grassi o di carboidrati.
Questa cosa qui è in parte frutto della nostra natura di esseri umani.

L’essere umano “punta” naturalmente ai cibi ingrassanti, ai cibi che il suo corpo riconosce come densi di calorie, sia per ragioni evoluzionistiche (cibo=sopravvivenza), che per ragioni ambientali e psicologiche.

Per esempio se siamo abituati a mangiare la pizza, avremo più voglia di pizza quando vogliamo sgarrare (fattore ambientale).
E se siamo stressati, il corpo “traduce” lo stress, che fa male alla salute, con la voglia di cibi spesso zuccherini.
Infatti lo zucchero ha una forte funzione anti-stress. 

Ma, a dispetto dei tempi moderni, la ragione principale è che l’uomo è sempre lo stesso da millenni.
I cibi più calorici danno appagamento a noi così come appagavano i nostri antichi antenati.
I processi chimici che scatenano sono gli stessi. Il problema sta nella natura dei cibi, che con il tempo è cambiata.

Voglia di cibi: la loro scarsa qualità  lo aggrava. 

Oggi, per esempio, la varietà e la appetibilità dei cibi industriali fanno sì che le persone finiscano per essere dipendenti dal cibo non per ragioni di sopravvivenza. Mangiamo insomma più del necessario, magari mangiamo cibi anche poco nutrienti, e per paradosso, possiamo anche essere grassi ma denutriti.

Un tempo gli alimenti grassi o zuccherini erano solo quelli presenti in natura.
Noci, pesce o carne, frutta, semi, latte appena munto, miele. Mentre il nostro cervello agisce allo stesso modo di quando eravamo primitivi, il mondo è cambiato. Ovvero è nato un mercato industriale, sono nati dei prodotti e un’offerta di cibo ahimè vastissima.

Quindi il punto non è né controllarsi ogni minuto, né pensare di essere strani o malati perché desideriamo dolcetti o patatine, ma creare delle abitudini migliori perché si giunga a desiderare cibi più naturali.

Chiaro: se desiderate spesso pizza non vi troverete ad avere voglia di lattuga dopo un mese di dieta naturale.
Le cose che ci possono veramente aiutare lo faranno sempre fino a una certa soglia, ma l’essere umano resta comunque tale.

Quindi la prima cosa è accettare il fatto che è normale desiderare certi cibi.
E trovare dei modi perché questo desiderio non sia la causa dei nostri chili di troppo o della nostra cattiva salute.

A pagina due vi elenco i consigli della dottoressa Fiona Tuck, nutrizionista, autrice del libro “The Forensic Nutrizionist”.
(SEGUE A PAGINA DUE)