La dieta della longevità? Può non dipendere dalla tavola

DIETA DELLA LONGEVITÀ: I PUNTI IN COMUNE DELLE POPOLAZIONI PIÙ LONGEVE
1) Fanno diete diverse gli uni dagli altri. L’uomo è un animale onnivoro, che si specializza sui cibi del suo territorio. Inutile provare a mangiare tanto pecorino e bere vino come i sardi, per esempio, se non è quel loro pecorino e quel vino. Che senso ha elogiare l’olio di oliva, se quello che compri non è di qualità? E la soia? I giapponesi ne mangiano spesso, ma poca e fermentata. Niente a che vedere con quei panettoni di tofu che troviamo al supermercato.
2) Vivono una vita meno stressante, spesso non in città: altra cosa che dovrebbe farci riflettere e che tutti invece sottovalutano, è che molte delle cosiddette blue zones o aree di maggiore longevità sono zone piccole, rurali, paesi di gente povera o contadina o dalle medesime condizioni economiche, meno frenetiche. Sul sito Inequality.org, un neuroscienziato spiega come alcune condizioni sociali, a differenza delle diete, siano comuni in questi popoli. Meno preoccupazioni finanziarie, aria migliore, minore stress, ritmi meno frenetici. Insomma, una vita più sana indipendentemente dall’alimentazione, che viene invece a essere l’unico fattore preso in esame dai media.
3) Secondo alcuni studi, le persone vivono peggio e meno nei posti in cui c’è un maggiore divario economico tra i residenti (fonte)
4) Alimentazione e longevità sono legate?
Sappiamo con certezza che una cattiva alimentazione, associata alla mancanza di attività fisica, può causare problemi di salute. Ma purtroppo bisogna fare molta attenzione alla speculazione: se mangiare frutta e verdura in maggior quantità e muoversi di più, o tenere sotto controllo il peso, sono ottimi consigli anche di prevenzione, andare a vedere le abitudini di questi o quei centenari è un discorso che non ha senso, soprattutto se le loro abitudini di vita contribuiscono di netto a una vita migliore, più serena, meno affannosa, e così l’ambiente in cui vivono. Inoltre, i campioni di studio sono diversi: il rischio di mortalità associato alla dieta si evince in studi che si centrano sulla classica dieta occidentale; gli studi sulla longevità prendono in analisi campioni di popolazione più esigui, in aree differenti da quegli studi. Insomma: il supercibo che viene dall’Africa o dall’Asia non ci aiuterà a ridurre le nostre malattie occidentali. Vivere in un ambiente più sereno, avere una dieta più ricca di vegetali e di cibi nutrienti, muoversi di più, vivere in zone meno stressanti e meno trafficate, respirare un’aria meno inquinata. Ecco. Tutte queste cose insieme fanno la dieta della longevità.