Dieta Lemme: tutto quello che c’è da sapere

DIETA LEMME: IL SALE FA INGRASSARE

A sostegno di questa tesi, Lemme spiega che il sodio è necessario per assorbire il glucosio a livello intestinale.
E che, dunque, aumentando l’ingresso del glucosio, porta ad aumento del peso.

Questa cosa riguarda più specificamente gli S-Glut presenti a livello dell’epitelio intestinale e a livello renale. Sono recettori delle cellule che trasportano glucosio assieme a ioni di sodio e permettono da un lato un migliore assorbimento del glucosio in quelle cellule, dall’altro riducono il rischio di perdita di glucosio nelle urine.
Qui Lemme parla di “prova” in termini non scientifici.
Dice che basta misurarsi la glicemia prima di un pasto di carboidrati con sale aggiunto per notare la differenza rispetto alla glicemia subito dopo un pasto di carboidrati senza sale aggiunto. Il problema è che la glicemia non va misurata una tantum, e non può essere misurata senza tenere conto almeno del pasto precedente. Inoltre cambia da individuo a inviduo.

Nel 2018 uno studio ha preso in esame due gruppi di topi, sottoponendoli dopo un periodo di digiuno allo stesso test del carico del glucosio, con aggiunta di sale. E hanno registrato anche le variazioni di insulina.
Questo per 8 settimane. Hanno poi misurato la glicemia nel sangue, la sodiemia, e infine la perdita di glucosio e sodio nelle urine.
Non paghi, hanno poi analizzato le cellule pancreatiche di entrambi i gruppi. Scoprendo che i topi che per 8 settimane avevano assunto carboidrati con più sale mostravano una glicemia minore e una maggiore sensibilità all’insulina.

Nella dieta Lemme si sfrutta una tendenza, quella della dieta iposodica, che è stata di moda per decenni, senza grossi risultati. Ovvero i consigli erano di ridurre il sale e bere acqua per migliorare la cellulite.

La maggior parte degli studi scientifici nel tempo ha rivelato esattamente il contrario.

Può il sale causare addirittura il diabete e farci ingrassare?

Tra le tesi anti-sale, a parte il discorso della pressione, ci sono: maggiore appetibilità dei cibi e quindi tendenza a mangiare troppo; maggiore assorbimento del fruttosio; resistenza alla leptina e maggiore senso di fame.

Le tesi pro-sale tuttavia sono molto più numerose, sia per campioni coinvolti, cioè per numero di partecipanti, che per tempo di osservazione e metodologia utilizzata.

Una metanalisi (dunque una raccolta di tutti gli studi) sul legame tra sodio e insulina dimostrò che non c’erano variazioni nella glicemia restringendo il sale. Inoltre il sale aumenta la termogenesi, stimolando il grasso bruno (e non bianco, quello che Lemme definisce ciccia) e porta le persone a potere mangiare qualcosa in più senza variazioni di peso. Il sale ha un effetto anti-stress e anti-cortisolo e protegge l’intestino dall’azione di batteri patogeni. La restrizione di sale porta ad aumento del peso.

Il sale protegge dalla perdita dei liquidi in eccesso, e il fatto che stimoli la fame è una risultante, come dice questo studio, della maggiore spinta a dissipare più energia, sviluppando maggiore calore corporeo.

Quindi il sale non fa ingrassare, non vi fa diventare diabetici, permette ai vostri reni di non disperdere il glucosio nelle urine, riduce lo stress.
Questo da un punto di vista biochimico.
E non causa, come spiega qui, rischi cardiovascolari in soggetti normali.

Il consumo ottimale di sale per adulto è circa di un cucchiaino di sale (5 grammi) equivalente a 2 grammi di sodio. Questo significa che, a meno di non comprare e consumare cibi ricchi di sale aggiunto, per esempio patatine in bustina, potete aggiungere il sale all’acqua della pasta.
La riduzione del sale comporta anche perdita di calcio e magnesio.
Le persone con problemi di ipotiroidismo dovrebbero evitare una dieta iposodica, perché l’ipotiroidismo è positivamente associato al rischio di iponatremia. 

(SEGUE A PAGINA TRE)