Una dieta senza grassi fa male al cuore, lo studio

I grassi? Ingiustamente demonizzati, compresi quelli saturi, anche per la salute del cuore. Una dieta senza grassi ma con alto apporto di carboidrati infatti metterebbe il cuore molto più a rischio, ma soprattutto aumenterebbe il rischio di mortalità precoce per tutte le malattie. Secondo lo studio Pure della Co-Heart, uno studio di coorte che ha raccolto i dati di 18 Paesi e che ha analizzato in totale un campione di oltre 150 mila persone, chi aveva un alto consumo di carboidrati (oltre il 60% della dieta) e un basso consumo di grassi (meno del 30%) aveva più rischi di morire prematuramente. In particolare, chi fa una dieta ricca di grassi ha meno problemi di malattie cardiovascolari e chi consuma più grassi saturi, sorpresa sorpresa, ha meno rischio di infarto. Cosa vuol dire tutto questo?
Che i grassi non vanno demonizzati, ma troppi carboidrati metterebbero a rischio la salute e non solo.
I grassi saturi, che secondo la celebre “ipotesi dei lipidi“, metterebbero il cuore a rischio causando un aumento del colesterolo cattivo, secondo lo studio non sono, invece, i cattivi della dieta. Burro, carne, olio di cocco e persino di palma non farebbero poi così male. Mentre una dieta senza grassi ma ricca di zuccheri aumenterebbe il rischio di mortalità. 
I carboidrati nella dieta, infatti, non dovrebbero mai essere superiori al 60% del nostro introito calorico giornaliero, mentre i grassi dovrebbero aggirarsi sul 35% dello stesso. Le diete senza grassi e ad alto contenuto di carboidrati come la celebre dieta Ornish, ma anche molte diete vegane, sarebbero insomma sotto accusa. La stessa dieta mediterranea, che arriva a raccomandare fino al 65% dei carboidrati nella dieta giornaliera e il 20-25% di grassi, andrebbe rivista.
In seguito a questo importante studio potrebbero definitivamente cambiare le linee guida sull’alimentazione che tutti conosciamo. Ma come è possibile che si arrivi a mangiare troppi carboidrati?

DIETA RICCA DI CARBOIDRATI: CHE ERRORE FACCIAMO
Ogni volta che pensiamo ai carboidrati, pensiamo a pasta, pane, patate, riso e cereali, ovvero alle fonti alimentari di carboidrati complessi: ma il consumo di questi ultimi è radicalmente diminuito dai primi del Novecento in poi. Il problema spesso è legato a un consumo maggiore di zuccheri semplici, che è aumentato esponenzialmente negli anni e che sarebbe legato a un aumento delle malattie, anche cardiovascolari.
Quindi il problema non sta nel piatto di pasta da dimezzare, o nel pane, quanto nello zucchero: spesso la nostra dispensa è RICCA di prodotti che hanno molto più zucchero rispetto a quello che supponiamo. Spesso si tratta addirittura di prodotti salati che hanno una dose di zuccheri aggiunti. Sugli zuccheri bisogna fare un po’ di attenzione.

DIETA SENZA GRASSI: PERCHE’ NO
Lo studio conferma quello che già si supponeva su una dieta senza grassi, ovvero che non migliorasse la salute del cuore. I grassi insomma sono stati inutilmente demonizzati: le persone in questi anni hanno scelto più cibi scremati e low-fat, ma la loro salute se possibile è peggiorata e l’obesità è persino aumentata. In particolare i grassi saturi sono inversamente associati, ovvero negativamente associati, al rischio di infarto. Tutto il contrario di quello che si pensava finora.
L’ipotesi lipidica, tuttora in auge, è strettamente correlata al lavoro di Ancel Keys, padre della dieta mediterranea: nel suo Studio dei Sette Paesi, Keys stabilì che i Paesi con meno problemi di cuore nella popolazione mangiassero meno grassi, ponendo l’accento sull’associazione grassi=colesterolo=rischio cardiovascolare. Erano gli anni Sessanta, ma su queste supposizioni e su questa teoria per cui i grassi causerebbero problemi di cuore si basano le attuali linee guida nutrizionali. Ecco perché probabilmente verranno riviste, e questa idea che i grassi sono da evitare finalmente verrà ridiscussa.