Mangiar sano, i 10 peggiori luoghi comuni

4) Bisogna bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua (oppure, espresso in bicchieri, almeno 8) al giorno: trovate tutta la storia di questo luogo comune descritta qui. In definitiva, si beve secondo la propria sete.
5) Lo ha detto il China Study: non so se tutte le persone che citano questo libro, scritto dal biochimico dr. T. Colin Campbell, lo hanno letto davvero. Il titolo fa riferimento a uno studio, il China Study Project, partendo dal quale il dottor Campbell spiega che se le proteine animali hanno il colesterolo, e il colesterolo è legato allo sviluppo di varie malattie, allora le proteine animali causano di conseguenza una serie di malattie. Ci sono state varie smentite a questo libro, e io ho letto sia il libro che le smentite. All’estero The China Study è stato ampiamente screditato, sia da medici che da semplici persone che si sono fatte due conti e non si sono trovate con quanto il dottor Campbell afferma. Il grosso limite di questo libro è infatti che tutto l’apparato argomentativo è stato messo su per dare fondamento a una teoria, quella per cui il consumo di prodotti animali causerebbe malattie. Chi lo legge pensa che le argomentazioni siano talmente tante da essere schiaccianti, invece sono state riportate parzialmente, ovvero sono state taciute informazioni  rilevanti (per esempio, il famoso esperimento sui topi e la caseina). Il dottor Campbell ha persino ammesso di aver semplificato un po’ le cose per dare un messaggio chiaro e univoco. Per chi volesse saperne di più e volesse leggere qualcosa in italiano, la naturopata Francesca Forcella Cillo  ha riassunto e ricostruito tutta la vicenda molto bene. 
6) Le proteine animali causano il tumore: il più grosso e recente studio che correla il nostro stile di vita, compreso l’alimentazione, alle neoplasie è  lo studio Epic, almeno per quanto riguarda l’Europa, con un campione della popolazione di oltre mezzo milione. Sulla correlazione tra proteine animali e neoplasie, lo studio afferma che le uniche evidenze tra un consumo massiccio di carni rosse e lavorate (processed meats, ovvero carni lavorate con processi di affumicatura, stagionatura, salatura, per esempio gli insaccati e i prodotti lavorati come impanati etc) e le neoplasie riguardano solo quelle del colonretto e del seno. Capite bene che non si può mettere sullo stesso piano un’alimentazione a base di wurstel con una bilanciata dove non manca la fettina di carne ma mancano i prodotti lavorati della carne. Dallo studio emerge come per altre malattie, per esempio quelle cardiovascolari, non sono le carni rosse a rappresentare un problema, ma quelle lavorate, infatti. Onde evitare problemi, si raccomanda di non superare la dose di 300 gr a settimana di carne rossa, prediligendo la fresca. Ma da questo a dire che le proteine animali causano gravi malattie indipendentemente da qualità e consumo ce ne passa.
7) I vegani si ammalano meno di neoplasie: questo è vero soprattutto per alcune neoplasie, ma risulta meno chiaro per altre (dove invece i maggiori risultati si sono avuti con diete pescovegane, pescovegetariane o onnivore con carne una volta al mese), dove le persone che fanno dieta bilanciata si ammalano meno e i dati di minore incidenza tumorale si verificano con successo laddove il campione mostra anche un basso BMI. Quindi in definitiva si potrebbe dire che i vegani in buona forma fisica e non sovrappeso si ammalano di meno di neoplasie di circa il 12%, almeno stando all’ultimo Epic-Oxford pubblicato nel 2014. Altri studi affermano che sia uno stile di vita senza fumo e alcol, e una maggiore attenzione al movimento, a fare la grossa parte nella prevenzione delle malattie: e poiché i vegani fanno una vita più salutare da questo punto di vista, si ammalano meno. Qui un prospetto di alcuni studi, che però non è completo dei dati dello studio Epic (ma soltanto di quelli dell’Epic-Oxford, che ha analizzato un campione di 65mila persone in Gran Bretagna). (segue a pagina tre)