La dieta Blueprint per vivere cent’anni, senza una gioia

La dieta Blueprint segna il definitivo tramonto dell’idea che possiamo imitare la dieta della longevità delle cosiddette Blue Zones, come gli abitanti di alcuni villaggi della Sardegna (entroterra) e di Okinawa.

Il declino della dieta dei centenari delle Blue Zones

Sì, esistono molti centenari tra queste popolazioni, ma di recente si è capito che non è la sola alimentazione a renderli tanto longevi. Infatti sembra essere un mix tra riduzione dello stress, convivialità, ambiente (nel senso anche di inquinamento così come di relazioni sociali) e abitudini (andare a letto a una certa ora, per esempio, fare attività all’aria aperta).

Insomma, è uno stile di vita frugale e sano a rendere i centenari tali nelle Blue Zones, unite a delle caratteristiche tipiche del territorio che condizionano la qualità di quello che mangiano.

Improbabile riuscire perciò a raggiungere i cento anni se manca il modello di stile di vita. E questo modello è incompatibile con la maggior parte delle vite che viviamo noi.

E i nuovi guru della Silicon Valley…

Ma quelli della Silicon Valley, tra cervelloni di ingegneria informatica, super-programmatori, patiti delle cryptovalute e compagnia bella, non ci stanno all’idea che per vivere occorra trasferirsi in un villaggio di pescatori o pastori lontano dal mondo, anche perché il loro obiettivo è essere produttivi, e, diciamolo, anche un po’ squali. Bisognava trovare una soluzione alternativa, e questa soluzione è la cosiddetta Dieta Blueprint. Ovvero: come vivere fino a cent’anni ma senza mai una gioia.

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Per capire di cosa tratta l’ennesimo diet craze, vi spiego meglio cos’è la dieta Blueprint.

La dieta Blueprint per vivere cent’anni, da dove nasce

La dieta Blueprint nasce da un’idea di Bryan Johnson, e viene da subito imitata dall’intellighenzia più influente del web che conta, e in particolare dai vari Ceo, esperti di marketing, analisti, neuroscienziati e informatici della Silicon Valley.

Dovete sapere che dalla California partono e sono sempre partite le più estreme tendenze salutiste del mondo.
Questo per una serie di motivi storici e sociali che non analizzerò adesso con voi, ma che nascono da alcuni predicatori protestanti, un gruppo di persone molto ricche a caso e vari guru delle filosofie orientali.
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Un mix esplosivo, che però ha esportato un approccio olistico e alternativo come stile di vita praticamente in tutto il mondo.

Ortodossia alimentare e biohacking

La Silicon Valley ha da anni fatto sua la filosofia californiana dell’ortodossia del benessere, rinverdendola con il termine biohacking: ovvero aggiungi al pacchetto olistico dei vecchi fricchettoni e predicatori californiani la tecnologia artificiale per monitorare i tuoi parametri vitali, vivere in una casa intelligente, fare digiuni intermittenti, prendere un botto di integratori.

So che vi farà sorridere, il guaio è che è tutto vero, ma sto semplificando, nel senso che vi sto indorando la pillola.

Bryan Johnson è uno di questi giovani promettenti, ricchi e intelligentissimi, imprenditori a vari livelli (dirige tra le altre cose la Kernel Neurotech), che dice di avere licenziato varie parti del proprio sé, quelle che sabotavano il suo nuovo stile di vita.

Insomma, doveva esistere un Bryan Johnson che amava vedere le serie Netflix al calduccio di un plaid, ma niente da fare, è stato licenziato. Già questa cosa di applicare il termine licenziamento a una parte della propria identità vi deve fare riflettere.

Dopodiché il nostro, alla stregua di molti altri personaggi come Jack Dorsey, ex Ceo di Twitter, delle cui abitudini vi ho già parlato qui, si è messo in testa di seguire monasticamente una dieta con l’obiettivo di ridurre la sua età biologica.

Ecco come nasce la dieta Blueprint.
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Via, mi direte, la stai buttando giù pesante. Okay, adesso vi illustro solo il menu, quindi la parte alimentare e dell’integrazione, e poi mi direte chi è il catastrofico. Gli esempi sono tratti dalla pagina del progetto Blueprint.

Dieta Blueprint: il menu per ringiovanire se sei ricco e ami stressarti

La dieta Blueprint si basa su tre pasti principali, non ci sono giorni o pasti liberi, i nostri telomeri se ne fregano della nostra voglia di pizza.
L’obiettivo è quello di ridurre l’età biologica di 4-5 anni all’anno. Quindi, per dire, la iniziate che avete 50 anni anagraficamente, e biologicamente mettiamo pure (le due cose differiscono), per averne 46 dopo un anno, ovviamente biologici.

Si inizia al mattino, dopo un digiuno di 16-18 ore, con il classico frullatone e ben 26 integratori differenti, tra cui uno al litio e due a base di aglio.

Il frullatone con alghe verdi, cacao amaro, cannella, acqua, peptidi del collagene (un tipo di proteine di cui sono stata grande fan, prima che scoppiasse la moda), amminoacidi e creatina in polvere.
Mi raccomando bevete piano, eh, assaporate.

Poi dovete allenarvi varie volte al giorno e lavorare per tutto il resto del tempo.

Arriva il secondo pasto, diciamo alle undici/mezzogiorno.

Ogni giorno la stessa roba, grossomodo. Un piattone di broccoli, funghi cinesi e un po’ di legumi, poi un budino di noci e frutti rossi con aggiunta di proteine vegane. Potete variare con i cavoli o la rucola, tutto qua.

Il terzo pasto è del primo pomeriggio.

Ricordatevi che poi uno deve seguire dalle 16 alle 18 ore di digiuno, per cui dalla colazione alla fine della cena devono passare 8 ore o 6 ore. Bryan è avanti. Ormai come Dorsey mangia una sola ora al giorno, ma il minimo consigliato è 16-18 ore di digiuno.
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Questo vuol dire che se uno si sveglia alle sette, deve cenare alle cinque o peggio alle tre del pomeriggio.
Cosa ci mangiamo di buono? Verdure, ovviamente, ovvero insalate, e una patata dolce.

E gli integratori prima di andare a letto. Il resto degli integratori dopo “l’abbuffata” della colazione è di altre 20 pillole vegane di vario tipo. Tutto questo, sempre monitorando i propri parametri vitali. Passi, battito cardiaco, ormoni, calorie? Robetta.

Non solo c’è tutto questo, ma occorre fare puntuali analisi del sangue, intestinali e genetiche.

Totale calorie? Il nostro Bryan ne assume 1960-2200 circa. Io ne assumo 2200 e peso 52 chili. Fate un po’ voi.

Considerate le ore di allenamento (qui un suo video illustrativo), a cui aggiungere HIIT e arrampicate nel weekend, e le ore di lavoro, Bryan fa un po’ la fame, ma anche un po’ la tristezza. Ma dice che ogni anno ringiovanisce di 5 anni e che vuole esportare questo modello di vita in tutto il mondo. C’è da avere paura di questa ondata messianica?
Be’, sì, un po’ sì.