Che cos’è la ginnastica passiva? Con questo termine si intende un tipo di stimolazione muscolare inizialmente e prevalentemente usata nel campo della riabilitazione, attraverso dei macchinari per l’elettrostimolazione che vanno dal professionale (quelli in dotazione nei centri di fisioterapia, negli ospedali, eccetera) al domestico. L’elettrostimolazione agisce sul muscolo attraverso degli elettrodi che rilasciano degli impulsi: funziona, a scopo riabilitativo, nel caso in cui tutti gli elettrodi vengano indirizzati a far lavorare il muscolo (ad esempio, la gamba), dandogli quel poco di attività tramite la stimolazione che il  lungo periodo di inattività gli ha precluso, assottigliandolo. Anche a scopo riabilitativo (ve lo dico per esperienza personale), il risultato è relativo, molto relativo, e funziona se associato ad altri trattamenti.
Poi si è passati all’elettrostimolazione in campo estetico, con macchinari per fare la ginnastica passiva in modo da rassodare glutei, interno cosce, pancia, pettorali. Poi si è passati alla pubblicità, che mette fotomodelle che si spaccano i glutei in palestra e fa credere che siano riuscite ad avere quel fisico con l’apparecchietto. Come per la fascia dimagrante, insomma, tutta la ginnastica passiva che sfrutta l’elettrostimolazione non fa dimagrire: se associata alla ginnastica attiva, a un vero, serio, allenamento, può aiutare a tonificare e rassodare, ma: chili persi? sciogliere il grasso? farsi la tartaruga? No.
Stessa cosa per la ginnastica passiva a effetto vibrante, o peggio ancora con gli infrarossi, con le pubblicità che vedono un culturista in bilico su un qualsiasi accidente che vibra o che fa i raggi rossi. O i macchinari con le fasce. Una mia zia era estetista. Non ho mai visto una sua cliente snella e senza cellulite dopo il trattamento con le fasce, neanche a distanza di mesi. Chiamiamo allora l’elettrostimolazione e la ginnastica passiva con il loro nome: coadiuvanti. Di un’attività fisica decente.