Dieta proteica e problemi di cuore?

Una ricerca apparsa sulla rivista Circulation: Heart Failure rivela che, negli uomini di mezz’età (dai 42 ai 60 anni), un consumo più alto di proteine come in una dieta proteica aumenta di poco il rischio cardiovascolare. Condotto per la bellezza di oltre vent’anni, lo studio ha analizzato la correlazione tra una dieta proteica e il rischio di mortalità per infarto o ictus in un campione di oltre 2400 uomini.

Lo studio in realtà dice molto poco: si parla di un marginale aumento del rischio, che è legato in sostanza a tutti i tipi di cibi altamente proteici, compresi quelli vegetali, ma che vede in testa gli alimenti proteici di origine animale a parte pesce e uova, ma andando a vedere gli alimenti proteici vegetali vediamo “prodotti del grano” (seitan? non si sa) e patate (?). Il giusto ammontare di proteine secondo i ricercatori per chi soffre di problemi di cuore dovrebbe essere maggiore comunque di 0,7 grammi di proteine per chilo di peso corporeo.

Un aumento del rischio verrebbe dai latticini fermentati, più che dai formaggi o dai latticini tradizionali, ma i ricercatori ammettono che altri studi hanno evidenziato invece un effetto protettivo dei prodotti lattiero-caseari in generale e che non sono stati presi in considerazione né l’uso di integratori né l’uso di prodotti arricchiti con vitamine e sali minerali di sintesi. Un altro problema che rende difficile capire se la dieta proteica c’entri qualcosa con il rischio di malattie cardiovascolari è che alcuni soggetti sovrappeso e inclini a sviluppare il diabete mellito assumevano più proteine ma anche molti più grassi polinsaturi.
Da ultimo, pare che il campione registrasse cosa mangiava solo 4 giorni su 7.
Quattro giorni sono praticamente mezza settimana.

In conclusione, lo studio dice molto poco sulla correlazione tra proteine e rischio di malattie cardiovascolari, e questa correlazione per una serie di motivi (dati raccolti solo in alcuni giorni, impossibilità di stabilire se la carne fosse da preparazioni industriali o fresca, inclusione di prodotti da cereali e patate come fonti proteiche e via dicendo) non sembra essere significativa.