Quando sgarrare la dieta è un segnale d’allarme?


Persone che partono con una buona salute e un buon metabolismo possono anche dimagrire facilmente e rimanere magri.
Persone con problemi di obesità e un metabolismo lento non è detto che mangino per forza molto: per alcune di esse, circa un quarto, dimagrire significa rassegnarsi a una dieta strettamente ipocalorica a vita.
Con tutte le conseguenze che ne derivano: fame nervosa, peggioramento della qualità di vita, disordini alimentari.
Nell’industria dietetica, dice Kylie, è il consumatore ad avere la colpa per le sue scelte. Se il giorno dopo aver comprato la macchina questa ti si rompe, incolperai chi te l’ha venduta. Se il giorno dopo una dieta hai già voglia di un vassoio di bignè, incolperai te stesso.
Questo per il condizionamento che l’industria dietetica opera su di noi.

Se vuoi puoi significa anche che se fallisci è colpa tua.
In realtà non è così. Il problema non sei tu. Il problema è la logica delle diete, che spesso è sbagliata.
Da questo punto di vista, lo sgarro è un segnale importante. Se il tuo corpo desidera ancora di più dolci o stuzzichini salati quando sei a dieta, e la cosa non passa né dopo una settimana né dopo un mese, be’, il corpo sta cercando di dirti qualcosa.
Ignorare questi input non è sano, e non è neanche saggio.
Quando siamo a dieta e sgarriamo, ci sentiamo in colpa. Anche questo è sbagliato. Sbagliatissimo.
Il risultato è l’abbuffata. Ci si sente sbagliati e in difetto, e a quel punto scatta il pensiero di mandare al diavolo tutto. 
Poi ci si fa schifo. Ci si sente dei mostri. E via una nuova dieta, ancora più restrittiva.
Sarebbe più giusto pensare che quella dieta no, non fa per noi.
Se vi riconoscete in questo circolo vizioso, sarà il caso di pensare a rivedere tutto. Avere buone abitudini di vita e non mettersi a dieta, darsi in generale una calmata, provare a essere più attivi senza rinunciare al cibo, smetterla di dividere il cibo in giusto o sbagliato.