La dieta per fibromialgia, i principi generali

Mia madre soffre di fibromialgia da anni: si tratta di una condizione altamente debilitante di origine reumatica che è aggravata da un fattore psichico e nervoso, caratterizzata da forti dolori muscolari e articolari invalidanti, associati a insonnia, forte senso di stanchezza, irritabilità, uno stato infiammatorio elevato che coinvolge anche l’apparato gastro-intestinale, e depressione. Peggio, la fibromialgia a tutt’oggi è di difficile diagnosi: perché sia diagnosticata correttamente, occorre prima escludere una serie di patologie con sintomi simili, e poi identificare i cosiddetti “tender points” nel paziente, ovvero stabilire i suoi punti doloranti con una digitopressione, e trovarne non meno di undici sui diciotto classificati come tali.
Di fibromialgia si continua a parlarne molto poco, ma anche l’alimentazione gioca un ruolo in questo disturbo.
Si stima infatti che circa il 40% dei soggetti che soffrono di fibromialgia abbiano un peggioramento dei sintomi in relazione ad alcuni cibi, in particolare quelli che nei sistemi digestivi sensibili danno più problemi di digestione, ovvero:
– glutine e caseine
– lattosio
– zuccheri semplici in eccesso
– grassi di cattiva qualità: fritture, grassi animali a catena lunga, olii vegetali ad alto contenuto di omega6
– solanacee (pomodori, peperoni, melanzane, patate, peperoncino)
– alcol e caffeina
I cibi adatti alla dieta per fibromialgia sono invece: cibi ricchi di antiossidanti, come frutta e verdura (escluse le solanacee), verdure in foglia e crucifere, cereali integrali, pesce, in particolare quello ricco di omega3, grassi saturi a catena media (olio di cocco, burro di cocco, formaggi di capra con moderazione), proteine magre, cibi ricchi di grassi monoinsaturi come olio di oliva, mandorle, e poi: semi di lino, semi di chia, falsi cereali come la quinoa e il grano saraceno.
La dieta per fibromialgia è una dieta bilanciata a basso indice glicemico: poco zucchero, per lo più da fonti alternative di zucchero, carboidrati integrali con verdure, abbondante olio di oliva per favorire la digestione delle fibre, proteine per bilanciare i pasti (quindi a ogni pasto una piccola porzione di proteine).
Le diete specifiche più raccomandate a chi soffre di questo disturbo possono essere la dieta paleo autoimmune e la dieta Seignalet.