La dieta Adamski o il metodo Adamski

Alla categoria dei cibi “veloci acidi” che però non sappiamo con che criterio è stata messa a punto dal dottore, visto che non ci sono chiari i termini con cui la definisce, rientrano: tutta la frutta, i pomodori, il limone, il peperone, la zucca, il peperoncino, le melanzane, il melone e il miele, e gli yogurt. Da notare che la cottura e l’essiccazione non cambiano la natura veloce acida di questi alimenti. 
Tutti gli altri cibi sono classificati come lenti non acidi. 

Ah, ok. A prima vista, sembrerebbe che la classificazione combini la frutta con le solanacee, ma in questo caso mancano le patate.

Secondo la dieta Adamski o dieta non dieta, i cibi veloci acidi vanno mangiati separatamente e mai in correlazione con i cibi lento acidi. 
Tutto qua. Ovviamente potete fare la prova, ma:
– sebbene io stessa abbia scritto in alcuni articoli che chi ha problemi di digestione può trarre vantaggio sia ne mangiare la frutta lontano dai pasti che sbucciata o preparata secondo alcune modalità, so bene che non c’è un nesso causale tra l’ingestione della frutta e gli stessi disturbi intestinali, ma post hoc, ovvero: se hai problemi di gonfiore e digestione, magari appesantire la digestione con le fibre della frutta, l’acqua in più che forniscono come cibo idratato e il fruttosio/glucosio che si aggiungono al carico glicemico complessivo del pasto può essere un problema.

Ma la soggettività di questa cosa e il fatto che dal punto di vista scientifico non esistono ragioni per cui la frutta vada consumata lontano dai pasti (fonte) non rendono la frutta una causa di problemi digestivi. Io per esempio digerisco benissimo la banana a fine pasto, e altri frutti pastosi e zuccherini. Digerisco benissimo l’avocado, che pure è un frutto, il kiwi, il cocco, i frutti tropicali. Come vedete, è soggettivo.

– in quanto a pomodoro, peperone, zucca, peperoncino, limone, che secondo il dottor Adamski non vanno mangiati con altri alimenti, quindi niente pasta al pomodoro, niente pollo al limone, niente marmellata sul pane, niente minestrone con la zucca.
La domanda è: ma perché? Come fa il limone sul pesce ad appesantire il pasto e rallentare la digestione? Soprattutto nel caso di un pasto a base di carne o legumi, il limone o altra fonte di vitamina C facilitano l’assorbimento del ferro di questi alimenti.

Perché la zucca non deve combinarsi con la carne o la pasta o il riso e la zucchina sì?

Secondo il medico, questi alimenti veloci acidi fermentano facilmente, rallentando la digestione se associati agli altri alimenti lenti non acidi.
Dunque chi mangia le verdure lattofermentate in combinazione ai pasti sbaglia?
Tutti quelli che parlavano dell’importanza di mangiare cibi probiotici durante i pasti sbagliavano?
E perché la zucca sì, i crauti no? Perché il tempeh e altri cibi fermentati non vengono presi in esame?
E le regole non finiscono qui: il latte non si può associare al caffè. La frutta va mangiata non oltre le 17 perché altrimenti il corpo non la digerisce bene (una cosa pericolosamente simile alla bufala dei carboidrati che non vanno assunti di sera). Se associ un cibo acido a uno non acido la digestione si allungherà (secondo quale criterio? esistono degli studi sui tempi digestivi di questi alimenti in combinazione?).
Infine, anche la terminologia usata nel libro, La Rivoluzione Alimentare, mi ha lasciato perplessa: manutenzione del tubo digerente, cervello ben irrigato…

Per vedere se il metodo funziona, in conclusione, provatelo, basta applicare la regola che ho spiegato. Se tra qualche giorno vi sentite meglio, potete sempre acquistare il libro e approfondire il metodo. Ma la mancanza di argomentazioni scientificamente attendibili, rende a mio avviso questo metodo efficace quanto può esserlo la dieta del gruppo sanguigno, la dieta alcalina o altre diete i cui effetti dimagranti sono da attribuirsi non tanto alla validità del metodo in sé, quanto agli effetti indiretti del metodo stesso (esclusione di alcuni cibi, riduzione calorica anche se indiretta, semplificazione dei metodi di preparazione e cottura dei cibi eccetera).
Potete comprare il libro del dottor Adamski qui.