La chetosi è pericolosa?

Se la chetosi è uno stato naturale in cui il corpo attinge agli acidi grassi, uno stato prolungato di chetosi non fa bene alla nostra salute. Le persone che seguono una dieta chetogenica, per esempio, cercano di stabilire se sono entrate in chetosi tramite un esame delle urine per cui si vendono degli stick. Cercano così di dimagrire, ma perdono via via la loro capacità di usare il glucosio a scopo energetico. Il corpo ogni volta cerca di ottimizzarsi nel bruciare una risorsa energetica: o brucia preferibilmente i carboidrati o brucia i grassi. Ovvio, in alcuni momenti della giornata brucerà i carboidrati e quando è a digiuno i grassi, ma volendo fare un discorso molto generico, nel momento in cui al nostro corpo si tolgono i carboidrati, esso perderà l’affinità metabolica con essi.
Ciò vuol dire che quando riprenderemo a mangiare carboidrati, il nostro corpo li userà più facilmente come scorte che non come energia da bruciare.

Ci sono anche persone che fanno la dieta chetogenica (in cui i carboidrati vengono sostituiti dai grassi) per curare alcune malattie particolari, in genere di tipo neurologico: per esempio l’epilessia. Ma queste diete chetogeniche sono seguite e create dai medici secondo dei protocolli, che garantiscono di volta in volta un apporto minimo di carboidrati per permettere al corpo di non cadere in uno stato di chetosi prolungato.
Ma la persona che fa la dieta bruciagrassi fai da te la sceglie per dimagrire, la protrae nel tempo e spesso si rovina la salute: l’alto contenuto di grassi nella dieta rallenta il metabolimo dopo un po’ di tempo, e al tempo stesso si perde come vi ho detto l’affinità metabolico-glucidica. 
Questo perché le diete chetogeniche o iperproteiche non possono essere protratte per oltre venti giorni senza un periodo di ricarica di carboidrati, e oltre qualche mese in caso siano previste brevi finestre temporali in cui vengono re-inseriti i carboidrati. 
In genere nelle diete iperproteiche dopo 10 o 20 giorni c’è una fase in cui si reintroducono i carboidrati. Nelle diete chetogeniche seguite da molti sportivi, ogni settimana si seguono dalle 48 alle 72 ore di refeeding di carboidrati, ovvero si introducono grossi quantitativi di carboidrati in un periodo ristretto di tempo per riempire di nuovo le scorte di glicogeno e ridurre il rischio di perdita di massa magra. Nelle diete chetogeniche standard seguite da non sportivi, la fase di refeeding non c’è.
Cosa accade allora? Be’, di recente una donna che stava allattando e faceva la dieta chetogenica è finita in ospedale in fin di vita. Moltissime persone hanno denunciato invece problemi con la tiroide, tra cui ipotiroidismo, gozzo o la formazione di noduli: questo perché la carenza di carboidrati provoca a lungo andare un problema ormonale, a cui la tiroide reagisce con maggiore attività. Moltissime donne perdono invece il ciclo, questo sempre per problemi ormonali. Possono insorgere anche problemi di salute cardiovascolare, causati da scompensi cardiaci, e problemi epatici, proprio perché la chetogenesi avviene nel fegato, che dunque a lungo andare viene messo sotto stress. Per cui, anziché giocare al piccolo chimico, il mio consiglio è di evitare le diete senza carboidrati per lungo tempo proprio perché uno stato prolungato di chetosi non fa bene alla salute.
E giocare contro la nostra salute per arrivare a dimagrire porta solo a un clamoroso autogol.
E il peso si riprende.