Quali sono i vantaggi di una dieta a basso indice glicemico?

  • DIETA A BASSO INDICE GLICEMICO: COME COMPORTARSI IN PRATICA

    Non ha senso escludere dalla nostra dieta alimenti come pane bianco, pasta bianca (che poi è di grano duro) o riso bianco perché temiamo di ingrassare.

    Innanzitutto perché dipende da quanto di questi alimenti mangiamo, cioè dal carico glicemico.

    Se mangiamo 50-60 grammi di riso, non sarà la tipologia di riso a fare la differenza sul nostro peso corporeo!
    Se considerassimo solo l’indice glicemico, e non anche le calorie, potremmo mangiare un etto di arachidi e pensare di far bene!

    Chi esclude dalla propria dieta banane, patate o “cibi bianchi” per poi abbuffarsi di noci, mirtilli e prodotti integrali non ha ben chiaro che è il carico glicemico del pasto a fare semmai una certa differenza.
    E che in generale, l’indice glicemico non è una giustificazione a mangiare troppo e privarsi di cibi innocui.

    Neanche una bustina di zucchero fa male, se è l’unica della giornata.
    E chi la sostituisce con un cucchiaione di miele perché tanto il miele ha basso indice glicemico, dimostra di non aver capito molto.

    Al limite, una dieta a basso indice glicemico è una buona, ottima regola per chi prima di conoscere l’indice glicemico, sacrificava volentieri le calorie di un piatto di riso con il sugo per due barrette di sesamo e uno yogurt, con il rischio di avere fame dopo un’ora.

  • Insomma, se si usa con il BUON SENSO la dieta a basso indice glicemico è un’ottima cosa, l’importante è non esagerare con i tagli drastici, rischiando di vanificare i benefici del metodo.