Barrette raw ai superfoods: la mia recensione

E soprattutto, la cosa che mi perplime in particolare, oltre al sapore che davvero poco si differenzia tra marca e marca, è l’utilizzo in alcune barrette di semi (semi di girasole, per esempio o sesamo o chia, ma anche di canapa, che tendono a irrancidirsi: i grassi polinsaturi infatti NON sono stabili: questo fa sì che un conto è prendere gli omega3 dal pesce fresco e ben altro è prenderli da una barretta non proprio “fresca di giornata” con i semi di chia e le noci, è sempre un prodotto industriale) che combinati insieme ad altri forse diventano quell’eccesso di grassi polinsaturi di troppo di cui con un’alimentazione normale non abbiamo bisogno, special modo per le fonti di grassi omega6. Meglio, a voler essere pignoli, puntare sull’olio di cocco (per esempio la barretta che ho appena mangiato di  Vivoo).

Io consiglio di non farne incetta, e di prediligere sempre un frutto maturo e saziante a una barretta. Se dovessi esprimere una preferenza, per chi invece cerca un modo per farne uno snack veloce quando è fuori casa, forse preferirei tutte le barrette raw delle marche sopracitate ad altre barrette che invece ho scartato al momento dell’acquisto, come le Alce Nero e Rapunzel, e che pure trovate alla cassa dei bio. Il motivo è nell’etichetta: mix di farine e di zuccheri di vario tipo, nonostante la genuinità biologica, mi hanno fatto desistere dall’acquisto.
Molto meglio le barrette raw, insomma. E ancora meglio sarebbe risparmiarsi i soldini e farsele a casa: qui una ricetta.