Dieta senza sale associata al -20% di rischio cardiaco

Una dieta senza sale? Neanche per l’acqua della pasta? A quanto pare si può fare, ma in alcuni casi si deve farlo. E’ quanto è emerso da un nuovo studio coreano, con a capo il dottor Yoon Jung Park del Kyungpook National University Hospital.

Il suo team ha seguito per oltre undici anni degli individui senza problematiche cardiache o faigliarità, presi da un campione iniziale di 500 mila persone della banca dati UK Biobank, in un’età compresa dai 40 ai 70.

carne e sale

Lo studio quindi si è concentrato su individui sani, e, dopo i primi monitoraggi effettuati dal 2006 al 2010, i dati medici di questi individui sono state controllate per gli undici anni successivi, assieme a dati estrapolati da interviste sul loro stile di vita e sulla loro dieta. Ecco cosa è emerso.

Dieta senza sale associata al -20% di rischio cardiaco

Di questo gruppo molto numeroso di persone, i ricercatori coreani hanno scoperto che coloro che non avevano mai fatto uso di sale aggiunto in cucina avevano il 22% in meno di rischio complessivo di eventi cardiaci, tra infarti, collassi cardiaci e altri problemi. E il 18% di rischio in meno di soffrire di fibrillazione atriale.

sale copertina
Quest’ultima è una condizione che è notevolmente aumentata negli ultimi dieci anni, arrivando a un milione e mezzo di casi l’anno.
Dunque sembra che una dieta senza sale sia indicata per chi ha già patologie cardiache o è soggetto a rischio.

Perché la nostra dieta è così salata?

Vale la pena fare notare che il consumo di sale è notevolmente aumentato proprio a causa del fatto che si compra oggi molto più cibo industriale di un tempo. Ovvio.  Ma anche quando non parliamo di cibi processati, ma di alimenti naturali, questi se conservati in scatola hanno sale aggiunto.

cibo industriale

Aggiungendo il fatto che spesso oggi si mangia qualcosa fuori, il quadro che è esce indica un consumo sempre meno orientato verso i prodotti freschi e naturali.

Che, oltre a tutti i vantaggi che conosciamo, ne hanno un altro: il loro contenuto di sodio è veramente bassissimo, inferiore ai 2-3 mg per cento grammi.

Conclusioni: sale, sì o no? Nì.

Bisogna anche imparare a prendere le notizie “con un grano di sale”. Lo studio infatti va in controtendenza rispetto ai dati sul sale riportati negli ultimi anni, in cui al contrario, sebbene fosse confermato che ridurre il sale potesse essere utile nella salute cardiovascolare, a patto che non si eliminasse del tutto. Una dieta senza sale peggiora non solo lo stato di salute, ma può anche arrecare rischi cardiovascolari.

Le conclusioni sono di affidarsi al medico, e valutare se eliminare del tutto il sale dalla dieta o ridurlo almeno i 5 grammi raccomandati. Noi in genere ne consumiamo due volte e mezzo tanto.

Vedi anche: Dieci alternative al sale. Come sostituire il sale in cucina.