Dipendenza da cioccolato: perché avviene e come ridurla

In questo caso, a parte interrogarci sui punti 1 e 2, il fatto di consumare cacao amaro o cioccolato molto amaro non sono problemi gravissimi, ovvero in nessun caso si può dire (a meno che non ne mangiate chili, sono sempre fonti di grassi) che la dipendenza da cioccolato sia equiparabile a quella da alcol e sostanze stupefacenti. Cioè anche mangiandoci una stecca di cioccolato non arriviamo agli effetti di chi si fuma un pacchetto di sigarette al giorno, né di chi si beve una bottiglia di vodka.
E’ chiaro, il problema lo crea l’eccesso, dunque è comunque il caso di chiedersi se non siamo depressi e se non abbiamo una deficienza di alcuni micronutrienti.
Invece nel caso in cui non è il cioccolato extrafondente né il cacao amaro l’origine del nostro desiderio, ma:
– barrette, merendine, gelato, bignè, praline, cioccolatini ripieni, stecche di cioccolata al latte o bianco, biscotti ripieni o simili, 
il cioccolato è una scusa, ovvero una mera scelta di gusto, mentre il problema è lo zucchero. Se mangiare due cubetti di cioccolato al 90% non vi appaga come mangiare tre cioccolatini ripieni di crema o al mou, siete dipendenti dai dolci al cioccolato, non dal cioccolato per sé, come spiega Gillian Riley, esperta in dipendenze alimentari.

Chiaramente, il fatto che siano al cioccolato vi rende più assuefatti, ma a monte il problema è lo zucchero, ripeto. In questo caso, provare a rivedere le fonti di carboidrati complessi nella dieta, cioè assicurarsi di mangiare quantitativi sufficienti di pane, pasta o riso o altri cereali, patate e tuberi, legumi, potrebbe ridurre la vostra dipendenza, e allo stesso tempo evitare diete troppo restrittive. Anche ripulire la dispensa da ogni schifezza e provare a farsi piacere del semplice yogurt al naturale con cacao e miele aggiunti da voi, o ricette simili ma leggere, è un grosso aiuto. Al tempo stesso cercate di spostare le vostre preferenze dai dolci al cioccolato al cioccolato extra fondente e amaro.

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