Alimentazione in gravidanza e rischio di intossicazioni

E’ appena uscito uno studio molto interessante che ha analizzato il rischio di intossicazioni nell’alimentazione in gravidanza per la mamma e in quella del neonato in fase di svezzamento. Del campione di donne e bambini presi in esame sono state richieste le abitudini alimentari e confrontate le urine per vedere se risultava un’esposizione da tossine.

Queste sostanze tossiche rilasciano infatti delle tracce nelle urine.
Analizzando quindi i campioni i ricercatori hanno fatto una scoperta poco piacevole.

ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA E RISCHIO DI INTOSSICAZIONI

Queste sono le conclusioni dei ricercatori della Keck School of Medicine della USC nell’ambito del progetto Environmental Health Perspectives. Hanno analizzato un campione di quasi 900 donne e 1300 bambini in 6 paesi europei. Ovvero Lituania, Spagna, Grecia, Norvegia, Francia e Inghilterra.

Sotto trovate una legenda dei contaminanti che vi elenco per sigle.

  • Le donne che mangiavano più di tre porzioni a settimana di pesce in gravidanza avevano alti livelli di mercurio, arsenico e delle sostanze tossiche chiamate PCBs e PFUnDA. Nei bambini che mangiavano più di tre porzioni a settimana di pesce  oltre a questo si sono trovate tracce di PFNA e PFOS/PFAS.
  • Il consumo di frutta sia nell’alimentazione in gravidanza che in quella del bambino era associata a metaboliti OP nelle urine. Non tuttavia se si trattava di frutta biologica.
  • Legenda delle sostanze.

    Metaboliti Op: organofosfati derivati da insetticidi, alta tossicità per l’uomo. Correlati ad asma, obesità, disturbi neurologici.
    PCBs: policlorobifenili, inquinanti persistenti che in dosi elevate danno avvelenamento simile a quello da diossina.
    PFUnDA: acido perfluoroundecanoico, sostanza simile al bisfenolo che distrugge le cellule pancreatiche, ed è associato a insulino-resistenza. Si trova nel cibo e nelle acque inquinate.
    PFNA: acido perfluorononanoico, un inquinante tossico che tende ad accumularsi nel corpo. Si trova nelle acque inquinate e nelle plastiche. Ci sono studi che lo collegano a malattie autoimmuni, problemi di sviluppo nel bambino e malformazione del feto, tossicità epatica e ipercolesterolemia.
    PFOS: acido perfluoroottansulfonico, presente nei terreni e nelle falde acquifere inquinate. Correlato a ipercolesterolemia, pressione alta, aumento dell’acido urico e tossicità epatica. Le PFAS sono simili e risultano carcinogeniche.

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