Smettere di mangiare con questo metodo

hunger-scale1Esiste un metodo davvero semplice per venire a capo della fame nervosa, capire da cosa nasce la nostra fame (se per esempio è vera fame o se è più voglia di qualcosa di buono) e cercare di sfruttare queste informazioni per perdere peso. Sì, esiste. Ho nicchiato finché ho potuto dopo averlo letto la prima volta sul libro di un nutrizionista, ma è la terza volta che lo leggo su un articolo specializzato e mi sono convinta che può funzionare.
Il metodo, messo a punto dalla dottoressa Stephanie Clarke, e dal dottor Willow Jarosh della C&J Nutrition, si basa su una loro invenzione denominata “scala della fame” (in inglese hunger scale). Si parte dal punto zero, il classico punto in cui non ci vediamo più dalla fame, vediamo sdoppiato, abbiamo i crampi allo stomaco, o mangiamo o sveniamo; il punto dieci è quello in cui siamo pieni da scoppiare, un boccone in più e salta il bottone.
SCALA DELLA FAME: COME USARLA PER PERDERE PESO

0: Così affamati da svenire o rischiare di
1: Affamatissimi
3: Affamati, con lo stomaco che brontola
5: Abbiamo mangiato, non abbiamo più fame ma non siamo ancora sazi
6: Soddisfatti
8: Belli pieni, con quella sonnolenza improvvisa da pasto troppo carico e pancia pesante
10: Così pieni da stare malissimo

Secondo la scala della fame, non dobbiamo mai ridurci ai punti 0 e 1 per non abbassare il metabolismo. Dobbiamo mangiare appena lo stomaco brontola e avvertiamo un netto senso di fame, punto tre. Come evitare di ridursi alla fame nera? Facendo spuntini tra un pasto e l’altro, per esempio. Non soltanto quando siamo troppo affamati mangiamo di tutto senza criterio, ma il senso di digiuno prolungato porta a un rallentamento progressivo del metabolismo. Conseguenza? Mangiamo tutto di un botto, non digeriamo e ingrassiamo. Dobbiamo mangiare fino al punto sei a colazione, pranzo e cena: dobbiamo sentirci soddisfatti, che di sicuro qualche cosa per gola ci entra ma potremmo finire così. E’ quando tiriamo il primo sospiro di sollievo dal pasto e ci guardiamo intorno per capire se vogliamo o no mangiare qualcos’altro, servirci di nuovo, eccetera. Non mangiamo qualcos’altro. Così come non dobbiamo mai arrivare al punto minimo della scala, non dobbiamo mai superare il punto otto. Pranzi e cene fuori non devono superare il punto otto mai. Non dobbiamo essere così pieni da pensare di poter rimettere o stare male e doverci sdraiare. Fa ovviamente malissimo. Inoltre la scala può funzionare se soffriamo di fame nervosa. Ogni volta che vogliamo piluccare, dobbiamo chiederci “A che punto della scala sono, come fame?”. E se non siamo affamati non mangiare. Semplice.


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