Perdita di olfatto e gusto da Covid: quanto dura e perché

Uno dei sintomi del Covid è senza dubbio la cosiddetta perdita di olfatto e gusto, ma davvero perdiamo sia l’olfatto che il gusto se ci infettiamo?
E quanto dura questo sintomo, da cosa nasce e che conseguenze ha?
Scopriamolo insieme in questo articolo, ma prima sfatiamo un luogo comune: con il Covid non si perde il gusto, si perde il sapore del cibo.

Le due cose hanno una differenza abissale, a iniziare dal fatto che gusto e sapore non sono la stessa cosa come la maggior parte delle persone crede. Sono sensazioni che si basano su percezioni e meccanismi diversi.

  • Il gusto infatti è la percezione dei cosiddetti gusti di base, ovvero di salato, dolce, acido, amaro, umami e gusto grasso (il cosiddetto sesto gusto) che avviene grazie ai recettori presenti nei calici gustativi delle papille. Tali papille non sono situate solo sulla lingua, ma anche sul resto della bocca e persino di zone del tratto digerente.
    Quindi quello che noi chiamiamo gusto è il risultato della ricezione da parte dei calici gustativi dei gusti di base.
    Questa non viene persa nella quasi totalità dei casi se ci si ammala di Covid.

perdita di gusto covid
Una persona infatti può riuscire a percepire un gusto salato o amaro, può avvertire l’acidità di aceto e succo di limone.
Oltre a questi gusti di base, può avvertire anche le sensazioni di gusto che arrivano dalla stimolazione del nervo trigemino. Tali sensazioni sono un fenomeno che possiamo definire quasi tattile, ovvero di pizzicore o bruciore. Per esempio il pizzicore della menta e la piccantezza di un peperoncino forte o la sensazione delle bollicine dell’acqua molto gassata.

La perdita del gusto, nota come ageusia se è totale e ipogeusia se è parziale, è quindi una conseguenza della mancata recezione a opera delle papille gustative delle molecole che compongono i gusti di base.

In genere, una condizione rara.
Invece con il Covid quello che perdiamo è il sapore del cibo.
Vediamo di capire la differenza.

PERDITA DI GUSTO E OLFATTO DA COVID: COME AVVIENE

gusto covid
Il sapore dei cibi è per oltre il settanta per cento una questione di aroma, anche se noi non ce ne accorgiamo. Ovvero è il risultato del fatto che bocca e naso sono collegati, dunque quando mastichiamo un cibo, questo cibo sprigiona delle molecole odorose che raggiungono tramite la bocca il naso.

Questo fenomeno è quello che caratterizza l’olfatto retronasale.

E’ così che distinguiamo il sapore dei formaggi, del cioccolato e del vino. A esso si aggiungono le informazioni olfattive che arrivano dal naso vero e proprio grazie alle narici, dunque prima di mangiare.

Queste diverse informazioni convergono restituendoci la famigliarità di un sapore e sono quello che noi chiamiamo sapore, che quindi è l’unione dei gusti di base all’aroma e all’odore dei cibi.

Con il Covid, in sostanza, è come avere un forte raffreddore. Possiamo percepire il dolce dello zucchero, ma non possiamo percepire il sapore di un bignè alla crema o di un biscotto.

Nella maggior parte dei casi, chi si ammala di Covid perde totalmente l’olfatto.
Una condizione nota come anosmia se la perdita è totale. In genere ne perde grossa parte, ovvero ha iposmia olfattiva.

Tuttavia le anomalie olfattive non sono solo quantitative (odori assenti o poco intensi).
Molte persone hanno infatti avuto delle alterazioni qualitative dell’olfatto a causa del Covid. Ovvero: sentono un odore sgradevole anziché gradevole o sentono un odore diverso da quello che di norma dovrebbero sentire.

Perdita di olfatto da Covid
perdita olfatto e gusto

La perdita di olfatto dal punto di vista dell’intensità degli odori percepiti è il sintomo più comune di alterazione olfattiva e può verificarsi anche quando gli altri sintomi da Covid sono lievi. Questa riguarda oltre il 70% dei casi di persone che si ammalano di Covid. In generale, si stima che la metà di queste recupereranno l’olfatto a un mese dalla guarigione, mentre per quasi l’altra metà il naso torna come prima nel giro di qualche mese.

L’alterazione dell’olfatto, invece, è più rara e diventa parosmia (cioè avvertiamo odori diversi da quelli che di norma dovremmo avvertire), con la tendenza in genere a sentire odori sgradevoli al posto di gradevoli. Per esempio c’è gente che sente un odore e di conseguenza un sapore rancido nei cibi. Chi avverte un sapore metallico o addirittura di petrolio mangiando carne.

Quali sono le ragioni?

La prima ipotesi, almeno per quanto riguarda l’intensità degli odori, è che una conseguenza del Covid sia la distruzione dei neuroni olfattivi, ovvero le cellule recettrici delle molecole di odore che tecnicamente sono dei neuroni ma solo nel caso dell’olfatto. Altra ipotesi è l’infiammazione dell’epitelio olfattivo, lì dove si trovano questi neuroni.
I neuroni tornano a formarsi nel giro di poche settimane, perché quelli olfattivi a differenza di altri neuroni possono rigenerarsi. Dunque da qui si capisce che la perdita o la riduzione dell’olfatto sono fenomeni reversibili in uno o più mesi.

Come spiegare il fatto che sentiamo un odore al posto di un altro?

Gli neuroscienziati pensano che in questo caso, a essere colpite sono le cellule che permettono al cervello di tradurre le informazioni olfattive e di convertirle in un odore che noi percepiamo come tale. Queste cellule si trovano nel bulbo olfattivo, un canale di conversione delle informazioni che arrivano dai neuroni recettori.

L’infiammazione del bulbo olfattivo può quindi portarci a sentire un odore per un altro, spesso in termini peggiorativi. In questo caso, l’uso di antinfiammatori potrebbe con il tempo portare di nuovo a sentire gli odori in modo corretto, ma si tratta di un processo più lungo, che spiega il motivo per cui chi lamenta alterazioni di olfatto e gusto dicendo di sentire odori strani o insoliti e di conseguenza sapori strani o insoliti non riesce a liberarsi subito di questo sintomo. Tale problema può durare mesi, addirittura per alcuni un anno. Può interessare solo alcuni odori e sapori.

CONSEGUENZE DI PERDITA DI OLFATTO E GUSTO

Le conseguenze di questo problema sono di tre tipi.

  • Il primo è psicologico: non è facile vivere senza sentire i sapori e gli odori. Si avverte meno fame, si può andare incontro a depressione e possono venire alterati persino i rapporti sociali e affettivi. Questo perché l’olfatto ha un ruolo importante anche nel rapporto con gli altri.
  • Il secondo è di sicurezza: non percependo gli odori o avendo alterazioni di odore e sapore, non siamo in grado di capire se un cibo è buono o è andato a male, se a casa nostra ci sono fughe di gas, se ci stiamo avvicinando a qualcosa di tossico. Questo non è un dettaglio.
    Per cui è bene, se si hanno questi sintomi, mangiare in compagnia di altri che non hanno questo problema. O, se viviamo da soli, mangiare cibi sicuri al cento per cento, fare attenzione a cosa ingeriamo, ricordarci per esempio di chiudere la bombola del gas ogni volta che finiamo di cucinare.
  • Il terzo tipo chiaramente riguarda la qualità della vita, che in ogni caso peggiora finché i sintomi non scompaiono.
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