Pasta al glifosato: dobbiamo preoccuparci?

Di recente, dopo il servizio di un noto programma televisivo, anche noi italiani, se qualcuno aveva un dubbio al riguardo, abbiamo scoperto l’amara verità.
Che non solo in America, ma anche da noi, i prodotti contaminati con il glifosato sono purtroppo una realtà.

Che cos’è innanzitutto il glifosato?

Si tratta di un erbicida ad azione totale, che si ritrova anche nei cereali, nella verdura e nella frutta, nei legumi, nonché nei prodotti confezionati a base di materie prime trattate con questo diserbante e pesticida.

E’ il caso per esempio del succo di arancia o di altri succhi di frutta, di cui di recente in America si parla di “allarme succo“.

GLIFOSATO, COS’È E QUALI SONO I SOSPETTI

Questo erbicida inizialmente prodotto in esclusiva dalla Monsanto, è oggi impiegato nelle colture di tutto il mondo, anche quelle europee e italiane.

E sebbene le autorità come l’Efsa ci fanno sapere che il glifosato è sicuro come diserbante e non nocivo per la salute umana, da anni ormai, iniziando dagli Stati Uniti, sono stati raccolti migliaia e migliaia di casi che invece raccontato un’altra storia.

Ovvero che la contaminazione dei prodotti con il glifosato ha avuto un impatto devastante sulla salute delle persone.
Tanto che in Italia qualche tempo fa è stata lanciata la campagna StopGlifosato, finalizzata a vietare l’uso di questo diserbante in Europa.

Il glifosato, si legge da alcuni studi, e da un report dell’Airc, è sospettato di essere cancerogeno, e di causare gravi problemi ormonali, agendo come interferente endocrino. Avrebbe, insomma, effetti teratogeni.

L’opinione pubblica vive così la contraddizione tra il giudizio delle autorità competenti e la mole di studi che stanno emergendo adesso, oltre alle testimonianze di migliaia di persone, tra cui quelle che vivono in prossimità delle colture che utilizzano questo pesticida.

PASTA AL GLIFOSATO E NON SOLO: IL PROBLEMA È PIÙ DIFFUSO

E oggi scopriamo per esempio il problema della pasta al glifosato, cioè della pasta che deriva da grani contaminati.
Poiché il glifosato è infatti utilizzato anche in Europa e in Italia, che i grani siano esteri o nostrani insomma poco importa.

Degli studi dettagliati hanno quindi analizzato le varie marche di pasta.
E si è scoperto che alcune marche decisamente nazionalpopolari come la Barilla o la Divella sono sicure al sessanta per cento.

Al problema del glifosato, si aggiunge quello di tracce di altri pesticidi.
Si rischia così di oltrepassare il livello soglia di queste sostanze.

Le uniche marche la cui rilevazione di glifosato è sotto la soglia minima sono la pasta Voiello, la pasta Molisana e la Granoro 100% Puglia.  Abbastanza sicure anche la pasta de Cecco, la pasta Rummo e la Garofalo integrale.

Mediocri invece sono risultate (cioè a maggiore rischio di contaminazione) le paste dei marchi Lidl e Eurospin (fonti: Il Salvagente e Grano Salus).

Occhio però che a parlare di pasta al glifosato si rischia di sottovalutare tutti gli altri prodotti che hanno questo pesticida e altri pesticidi in tracce.

Un rischio notevole se si pensa che, nel consumo giornaliero, oltre a mangiare pasta magari consumiamo farine e prodotti confezionati, ma anche vegetali, che ancora da noi non sono stati presi in esame.
Mentre in America, dove del glifosato si parla da più tempo, si sottolinea che sono tantissimi i prodotti di uso comune a essere contaminati.

Per esempio molti cereali da colazione, biscotti, crackers, ma anche prodotti naturali come noci, frutta, verdura, e cereali come il grano, l’avena e il mais.