Metodo Bianchini per dimagrire: pro e contro

Rispetto ad altre testate, Dcomedieta ha deciso di parlare soltanto ora del famoso Metodo Bianchini, per avere il tempo di raccogliere più notizie possibili su questo metodo dimagrante che permette di perdere peso senza limitarsi nelle quantità, e in cui sono inclusi moltissimi alimenti.

Il motivo di questa scelta è quella di fare in modo che il lettore possa farsi un’idea il più possibile completa di questo metodo prima di provarlo.

Si tratta infatti di un percorso a pagamento.
Le premesse sono davvero allettanti: si possono perdere fino a 15 chili al mese, tenendo tuttavia conto che non c’è una soglia di dimagrimento uguale per tutti. C’è chi perde 5 chili e chi ne perde 10 o 11 al mese. I risultati inoltre variano da uomo a donna. I pareri delle persone che hanno provato il Metodo Bianchini sono nella maggior parte dei casi molto positivi.

Vediamo innanzitutto cosa è il Metodo Bianchini.

METODO BIANCHINI PER DIMAGRIRE: CHE COSA E’?

Per Metodo Bianchini si intende un programma di rieducazione alimentare che va per fasi e che può essere vegeteriano o onnivoro ma non vegano. Una prima fase dimagrante in cui sono concessi solo alcuni alimenti in abbinamento ad altri, grossomodo si punta a proteine e verdure, con aggiunta di condimenti grassi come olio o burro.

Il menu non è lo stesso per tutti, dipende dalle preferenze del cliente al momento della prima consulenza. A ideare questo metodo è il dottor Paolo Bianchini, consulente nutrizionale e nutraceutico, che vive a Salò.

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Quindi l’ideatore non sembra essere quindi un medico nutrizionista o un dietologo, dato che nel sito è scritto che le competenze non sono quelle né di un medico né di un biologo nutrizionista.

Si tratta di una figura professionale di un altro tipo, con conoscenze specifiche in campo della nutraceutica ( = nutrizione + farmaceutica : termine che intende una nuova scienza in cui l’alimentazione è studiata a scopo preventivo e di sostegno per la salute, grazie alle proprietà terapeutiche dei singoli alimenti).

METODO BIANCHINI PER DIMAGRIRE: PRIMA FASE

Il Metodo Bianchini si basa in sostanza su un percorso a tappe così formulato.

  • Una prima fase in cui il cliente ha un menu personalizzato previo un colloquio conoscitivo. Questo menu è quello dimagrante, ed è in sostanza il più restrittivo. Dunque in questo menu, che dura circa 30-40 giorni, non si mangiano tutti gli alimenti, ma solo alcuni: per esempio in generale non sembra che ci siano alimenti a base di carboidrati, ma può darsi che alcuni clienti li abbiano in determinati momenti della giornata, e altri no. Non ci sono notizie sufficienti su questo punto.

Bianchini tuttavia sembra convinto che gli zuccheri siano i responsabili non soltanto dei chili di troppo, ma della cattiva salute.

In una risposta consultabile nelle FAQs del Metodo Bianchini, troviamo infatti questa precisazione alla pagina: https://www.metodobianchini.it/ufaqs/5-perche-non-ci-sono-i-legumi-sono-chiamate-proteine-vegetali/.

“I legumi a livello nutrizionale sono carboidrati perché sono ricchi di amido e quindi potenzialmente ingrassanti. E’ meglio evitarli almeno i primi 30 giorni successivamente (con intelligenza) possono essere inseriti. Gli enzimi salivari (amilasi) degradano l’amido trasformandolo in glucosio, aumentando di conseguenza la glicemia con produzione di insulina. Ricordo che il glucosio è responsabile di molte patologie https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/lo-zucchero-favorisce-la-crescita-dei-tumori…”

Ora, i legumi a livello nutrizionale sono sì carboidrati, ma hanno anche un buon apporto di proteine. Dunque sono un alimento profondamente diverso da pane, pasta o riso. Vengono chiamati infatti proteine vegetali per una ragione, e cioè perché hanno dai 20 grammi in su (dipende dal legume) di proteine per 100 grammi, e che, combinati con carboidrati come pasta o riso o cereali, danno un apporto completo di amminoacidi. Inoltre hanno basso indice glicemico, dunque non alzano molto la glicemia postprandiale. Inoltre l’insulina si alza anche con un pasto a base di proteine.

Il glucosio, troviamo scritto, è responsabile di molte patologie. Vediamo poi un link a un articolo dell’Airc che pare confermare quanto dice il dottor Bianchini se uno legge l’url, ma non se uno si prende la briga di verificare.

In realtà, nell’articolo Airc non dice affatto questo. Dice che non ci sono prove scientifiche che lo zucchero causi un maggiore rischio di tumori tranne che nel caso di quello alla mammella; che andrebbero moderati ma non eliminati; che non esistono zuccheri migliori di altri.

Dunque considerare lo zucchero di ogni tipo come sostanza ingrassante e che causa malattie non è in linea con i risultati della ricerca scientifica.  

Andiamo avanti.

  • Se si sceglie di dimagrire con il Metodo Bianchini vanno rispettate le combinazioni e bisogna essere molto precisi nel fornire le proprie preferenze, perché non si possono fare variazioni libere e non vengono date sostituzioni.
    A primo acchito, ma questa è una mia opinione personale, il metodo sembra molto simile a quello della dieta Lemme, tranne per alcune cose (per esempio qui il succo di limone è vietato e non si possono mangiare fritture). Inoltre, come Lemme, anche Bianchini afferma che l’attività fisica può ostacolare il dimagrimento.
  • Si escludono il latte, le bibite, i succhi, l’alcol, il caffè al ginseng e quello di orzo; ma soprattutto si esclude il sale, l’aceto, gli zuccheri aggiunti.
  • Si dovrebbe mangiare a orari precisi, anche se questo non è tassativo.
    Colazione tra le 7.00 e le 8.30; pranzo tra le 12.00 e le 13.30; cena tra le 19 e le 20.30.
  • L’attività fisica non è necessaria, non si devono contare le calorie ma le quantità sono libere, non sembrano esserci spuntini nel menu dimagrante, non ci sono giorni di sgarro.

Vediamo cosa accade nella seconda fase.
(SEGUE A PAGINA DUE)

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