La dieta ipoproteica per reni e fegato

La dieta ipoproteica è una dieta a ridotto contenuto di proteine, e si tratta di un protocollo specifico pensato per le persone che devono ridurre la loro quota proteica giornaliera per problemi renali, epatici o disordini metabolici particolari.

E’ il caso per esempio delle persone con problemi di PKU (fenilchetonuria) o omocistinuria, in cui alcuni amminoacidi non riescono a essere metabolizzati adeguatamente con conseguenze anche gravi o fatali.

Il protocollo di dieta ipoproteica non è lo stesso per tutti: è il medico a stabilire la quota proteica giornaliera, oppure il dietologo, partendo dalle condizioni del paziente. Per esempio possono essere esclusi i tuberi e alcuni tipi di verdure.

In questo articolo vi spiego semplicemente come funziona la dieta ipoproteica, e un piano di esempio che però come sempre va verificato con il medico curante. Lo stretto controllo medico è necessario per evitare carenze ed è il medico a realizzare la dieta adeguata.

DIETA IPOPROTEICA: QUALI ALIMENTI MANGIARE

L’ideale sarebbe ottenere una quota di macronutrienti tale da avere un effetto di protein-sparing.
Ovvero le proteine vengono sì ridotte ma grazie agli altri nutrienti vengono utilizzate più efficacemente per i vari processi fisiologici, e non per fornire un apporto energetico.

Questo si può ottenere o aumentando i carboidrati complessi, per esempio seguendo protocolli come la dieta McDougall o la dieta del dottor Kempner o la dieta Graham (80% di carboidrati, 10% di grassi, 10% di proteine).

Dunque riso, patate o patate dolci, frutta, pasta, pasta ipo-proteica e farina ipo-proteica, mais, latte vegetale da cereali (da riso, da avena) o latti specifici, pane, verdure e una piccola quota di grassi sono la parte fondamentale della dieta.

La quota di proteine può assestarsi intorno al 10 per cento massimo dell’introito calorico giornaliero, ovvero intorno ai 0.6/0.7 grammi di proteine per chilo di peso corporeo. In genere le diete possono arrivare al 7-8% di proteine totali. Per esempio in una dieta da 2000 calorie, questo significa massimo 200 calorie da cibi proteici, suddivisi in piccole dosi nel corso della giornata.

In base alla condizione iniziale, il medico può decidere di escludere alcune categorie di cibi proteici, per la loro predominanza di alcuni amminoacidi che possono essere dannosi in particolari patologie.

Le fonti proteiche concesse, moderate a un consumo massimo di 100/120 grammi giornalieri (peso da crudo), devono venire da alimenti ad alto valore biologico, ma preferibilmente magri: carne magra, pesce, uova o limitatamente formaggi magri.
I legumi sono in genere sconsigliati per questo motivo, ma il medico può andare incontro alle esigenze dei pazienti vegani.

Anche per questo motivo è meglio scegliere prodotti a base di cereali senza glutine, non integrali, e in alcuni casi prodotti dietetici specifici, di modo da potersi permettere un bilanciamento proteico minimo con alimenti ad alto valore biologico per le proteine.

Vediamo ora un menu di esempio di dieta ipoproteica. (SEGUE A PAGINA DUE)

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