La dieta dissociata o Hay: una guida facile

Il dottor Hay fu il primo medico a teorizzare i vantaggi di una dieta dissociata, ovvero di una dieta che sfrutta particolari combinazioni di cibi per stare nel peso forma e migliorare la digestione e la salute, basandosi sulla natura del PH dei cibi e dell’effetto che hanno sul PH intestinale.

Sapevate per esempio che le verdure crude non vanno mai mangiate con i cibi proteici, perché come i cibi amidacei vanno a indebolire quei succhi gastrici che permettono una digestione corretta delle proteine, mentre sono consigliate con i cibi a base di carboidrati?

Ecco, per lo stesso principio anche i cibi amidacei, dunque i carboidrati, venendo digeriti in modo differente dalle proteine, cioè con enzimi differenti (per esempio il ptialina e l’amilasi pancreatica) e in un ambiente più basico (intestino tenue), potrebbero creare problemi se ingeriti con le proteine che invece richiedono un ambiente più acido (nello stomaco) e coinvolgono l’acido cloridrico, che le scinde in parti più piccole in maggior tempo.

Quando parliamo di dieta dissociata, pensiamo quindi che dissociare i pasti per dimagrire vuol dire solo separare i carboidrati e le proteine.

Il che è giusto, ma riduttivo: quando mangiamo infatti non introduciamo soltanto carboidrati e proteine, ma anche grassi, o fibre, per esempio, oppure beviamo cose che potrebbero inficiare i nostri sforzi digestivi (come il vino o il caffè a fine pasto).

In questo articolo vedrò di spiegarvi la dieta dissociata passo passo, partendo appunto dalle intuizioni del dr Hay.

Cosa si intende per dieta dissociata?

Si tratta di un regime alimentare che, con una differente combinazione degli alimenti, ci permette di digerire meglio, metabolizzare meglio i cibi, disintossicarci e dimagrire.

Ha effetto? Sì. Per due motivi:
perché il cibo non si può ridurre solo alle sue calorie e perché se solo le calorie bastassero a perdere peso, oggi saremmo tutti magri.

perché la nostra flora batterica è molto più potente di quello che immaginiamo, nel bene e nel male: non solo il tessuto linfatico intestinale è connesso al sistema immunitario sia innato che mediato, ma i batteri “decidono” il nostro livello di fame, e sono una voce importante nelle nostre voglie di cibo.

Avere un equilibrio intestinale permette al corpo di assimilare meglio i cibi, evitando i danni che un’assimilazione parziale arreca in termini di infiammazione, carenza, e metabolismo lento.

La dieta dissociata di per sé dunque non è una dieta dimagrante, posto che alcune persone, semplicemente dissociando i cibi, si sono letteralmente sgonfiate e hanno iniziato a mangiare naturalmente meno.

Se vogliamo che sia ancora più efficace, possiamo ovviamente considerare anche le calorie, e seguire un regime dimagrante dissociato di tipo ipocalorico. Vediamo come.

Come dimagrire con la dieta dissociata

  1. innanzitutto è preferibile mangiare i carboidrati nella prima parte della giornata.
    Questo perché la digestione dei carboidrati è migliore fino al pomeriggio, ovvero i processi enzimatici per gli amidi e la digestione degli zuccheri è più efficiente.Inoltre di giorno si verifica la fase catabolica, di notte l’anabolica.
    Il fegato è più efficiente a convertire gli zuccheri in energia nella prima fase, mentre la fase notturna serve al corpo per riparare e costruire.
  2. Sarebbe meglio sostituire i cibi raffinati con i loro parenti integrali.
  3. Se un eccesso di fibre vi crea problematiche digestive, allora è preferibile usare alternative naturali: tuberi, riso basmati, o sottoporre pasta e riso bianchi a un raffreddamento dopo cottura (possono poi essere riscaldati di nuovo).
  4. Non si può finire i pasti con la frutta (salvo rare eccezioni) o i dolci o l’amaro o il caffè. La frutta acidula come gli agrumi o i kiwi ma anche melone e anguria non si combinano con altri cibi.
  5. Dopo pranzo possiamo chiudere il pasto glucidico con un paio di noci, o un pezzetto di frutta disidratata (per esempio un solo dattero) o una porzione molto piccola di frutta poco acida ma anche poco zuccherina (pesca). Il caffè va bevuto un’ora dopo il pasto, semmai, o per colazione dopo avere mangiato o durante, mai per prima cosa e associato o a del latte o a del miele.
  6. Ogni pasto principale (colazione, pranzo e cena) deve essere consumato a distanza di quattro ore l’uno dall’altro. Si possono fare spuntini piccoli, a base di frutta o verdura cruda.
    (SEGUE A PAGINA 2)


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