La dieta 80/20 (o strategia 80/20)

Il primo problema è individuare il contesto. Per adottare la strategia 80/20 (vi ripeto, la dieta 80/20 non esiste) bisogna contare sia le calorie che i macronutrienti o se anche vogliamo semplificare, dobbiamo comunque contare le calorie di quello che mangiamo.
Una volta impostate le calorie (che ci permetteranno di dimagrire o stare nel peso o prenderlo), l’80% di quelle calorie secondo questa regola sono di cibo “salutare”: se io faccio una dieta da 1600 calorie per perdere peso, 1280 sono di cibo salutare e 320 di cibo che mi piace.
Buono no? Ma come facciamo a distinguere cosa è salutare per noi e cosa non lo è?
Questo è il secondo problema: cosa si intende per sgarro?

Ebbene, qui avanzo la mia ipotesi: per sgarro si intende quel cibo che non è necessario, perché “soggettivamente” lo riconosciamo come un peccato di gola. Per esempio un bicchiere di vino rosso (meglio rosso che bianco, ha più antiossidanti, ma mettiamo anche il bianco) o una birretta non sono necessari dal punto di vista nutrizionale. Il vino ci dà energia, ma non ci dà carboidrati, proteine o grassi, né fibre. Ci dà solo calorie. 
Ecco, un bicchiere di vino è da 20%, il resto dipende dal tipo di alimentazione che facciamo.
Stessa cosa una fritturina. Due crocchette fritte, un piccolo arancino.

Se mangiamo solo prodotti naturali, quel 20% è una merendina o una fetta di pane (60 Kcal) con 35 gr di nutella. O un pasticcino delle dimensioni di una mano o 60 grammi di patatine. Non abbiamo bisogno DAVVERO di queste cose per un fatto di salute: ne abbiamo bisogno come piccolo sfogo mentale. Quindi spesso il 20% è comfort food.
(SEGUE A PAGINA TRE)

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