Il caffè fa dimagrire? Pro e contro

ALTRI BENEFICI DEL CAFFÈ

Ma non è tutto. Il caffè infatti è un epatoprotettore.
Molti studi hanno indagato il ruolo del caffè nelle malattie epatiche, anche gravi, scoprendo che ha un’azione protettiva del fegato e ne migliora l’attività enzimatica. Per testare quanto sta bene il vostro fegato, usate il caffè. Se assumendo caffè non a digiuno ma con un pasto che contiene carboidrati avete tachicardia e problemi di digestione o problemi ad addormentarvi anche dopo che sono passate svariate ore dal suo consumo, è probabile che avete valori epatici alterati.
Questo test si chiama “Caffeine Clearance Test“.
Il fegato metabolizza il caffè entro un certo limite di tempo, se ciò non avviene e io mi sento nervoso anche dopo sei ore dalla sua assunzione, significa che con molte probabilità ho un fegato affaticato, che ha portato alla scarsa metabolizzazione dell’alcaloide a livello epatico, con ripercussioni sull’intestino.

A questi benefici si aggiungono quelli della caffeina sul sistema nervoso: il caffè stimola la motilità intestinale, stimola il focus e la memoria. Inoltre ha un’azione di vasocostrizione. Si è visto che questa azione di inibita dilatazione è soprattutto a carico dei piccoli vasi sanguigni (cervello) ed è temporanea. Sono infatti gli antiossidanti del caffè a migliorare la salute cardiovascolare sul lungo termine, non la caffeina in sé.

Vediamo come assumerlo per averne i benefici senza gli effetti collaterali.

COME ASSUMERE IL CAFFÈ PER DIMAGRIRE O AVERNE BENEFICI

Come abbiamo visto, agendo sul sistema nervoso come eccitante, il caffè può crearci una risposta a livello degli ormoni dello stress, cosa che spiega anche il suo effetto lipolitico. Poiché noi vogliamo sfruttare la sua azione termogenica, ma non farci stressare dal caffè, è sempre bene assumere il caffè non a digiuno. Né come prima cosa al mattino. Il caffè va sempre associato ai carboidrati, quindi frutta, pane, pasta, zuccheri semplici. Allo stesso modo, possiamo bere del caffè assieme a un pasto che contiene più zuccheri per evitare che ci si alzi troppo la glicemia.

L’ideale sarebbe dunque assumerlo sempre dopo avere assunto sufficienti carboidrati. Se lo usiamo da solo, in una pausa, è sempre meglio diluirlo e zuccherarlo e non usarlo da solo o con un dolcificante a zero calorie. Quanto berne?
Da una a tre tazzine al giorno di caffè normale: il decaffeinato mantiene le sostanze antiossidanti ed epatoprotettrici, ma ha caffeina ridotta.

Usare il caffè in modo scorretto, ovvero a digiuno e come rimedio per farci passare la fame è un ottimo modo per alzare lo stress e inficiare un corretto dimagrimento, agendo negativamente sul metabolismo. E’ dunque normale avere poi effetti collaterali da questa pratica, per esempio nausea. Soprattutto se preso a digiuno come prima cosa al mattino! In questo caso favorisce il cortisolo alto, ostacolando l’azione dell’insulina. Si è visto che sul breve termine questo effetto è negativo, mentre se assunto correttamente il caffè può migliorare la risposta insulinica sul lungo termine.

Preferibilmente, il suo consumo non va aumentato alle dosi raccomandate e occorre evitare di prenderlo dopo le sei di sera. La caffeina ha una emivita di circa 4-5 ore. Poiché a partire dal pomeriggio il nostro obiettivo è quello di abbassare il cortisolo e ridurre l’azione escretoria delle ghiandole surrenali, di modo da favorire il rilassamento e infine il riposo notturno, è meglio non bere caffè dopo le cinque del pomeriggio, e mai dopo le sei.