Il caffè fa dimagrire? Pro e contro

Oggi voglio parlarvi di un alimento che è un po’ croce e delizia per molte persone, ovvero il caffè. Quali sono i suoi benefici nella dieta? E il caffè fa dimagrire o ostacola la perdita di peso. In questo articolo vi svelo tutto quello che c’è da sapere sul caffè e non avete mai osato chiedere.

IL CAFFÈ FA DIMAGRIRE? VANTAGGI E SVANTAGGI

Il caffè contiene come sappiamo la caffeina, una sostanza presente anche nel tè, sebbene in questo caso venga denominata “teina”, ma si tratta proprio dello stesso principio attivo. Lo troviamo anche nel cacao, nel mate, nella cola (da cui in origine si creò la celebre bevanda Coca-Cola), nel guaranà.

La caffeina è un alcaloide, e come tutti gli alcaloidi è chiamata “sostanza nervina” perché agisce sul sistema nervoso, come eccitante. Oltre a questo, il caffè contiene potassio, magnesio e vitamina B3 sotto forma di niacina, ma anche colina, mentre le sue calorie sono trascurabili (due per 100 grammi).

L’azione del caffè sul dimagrimento è nota: agendo come eccitante e riducendo la glicemia, stimola la lipolisi ovvero l’utilizzo dei grassi a scopo energetico. Questo però non ci deve fare pensare che il suo effetto “bruciagrassi” porti a un vero dimagrimento, perché non è così.

Tutte le sostanze che stimolano la lipolisi hanno un effetto stressante sul nostro organismo.

I benefici del caffè sul dimagrimento infatti non sono determinati dalla sua azione lipolitica di per sé: bensì dalla sua azione termogenica, agendo sulle UCP, un tipo particolare di proteine che favoriscono la capacità mitocondriale cellulare. Il caffè infatti agirebbe positivamente sul grasso bruno, che è quel grasso “attivo” che alza il metabolismo aiutando il corpo a generare calore, e che, anche se scarsamente presente negli adulti, è maggiore nelle persone magre e quasi assente in quelle fortemente sovrappeso. Se si riesce a stimolare il grasso bruno, alcuni adipociti possono imbrunirsi a convertirsi in questo tipo di grasso, riducendo il grasso bianco che noi chiamiamo “ciccia”.
Ma non finisce qui. (SEGUE A PAGINA DUE)

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