Dieta vegana, favorevoli o contrari?

vegan_dietsLo dico subito, di modo da chiarire equivoci. Sono personalmente contraria alla dieta vegana: non la consiglierei nel lungo termine (al massimo per un regime detox di una o due settimane) e senza dubbio se mi chiedessero cosa ne penso la sconsiglierei nel caso di bambini e adolescenti, mentre lascio agli adulti la libertà di provvedere alla loro alimentazione come vogliono. Ho amici vegani e rispetto il loro punto di vista, letteralmente non metto bocca sulle scelte nutrizionali di chiunque. Ognuno facesse come vuole. Il mio punto di vista, facendo un discorso di salute, è diverso e lo spiego qui, prendendo spunto dall’articolo appena uscito su Il sole 24 ore, in cui si parla dei vantaggi e degli svantaggi della dieta vegana.
5 MOTIVI PER CUI NON SONO VEGANA
1) L’equivoco della dieta “a base” vegetale:
 ok, ma cosa significa? Fare una dieta “a base vegetale” non cozza con l’idea di essere onnivori, ma significa fare una dieta che risulti per la maggior parte di alimenti vegetali. Un esempio è la dieta mediterranea. La base della famosa piramide della dieta mediterranea è fatta di cereali, tuberi frutta e verdura. Significa che mangiamo alimenti di origine vegetale per una percentuale che va dal 60 all’80% della nostra dieta. Per cui una dieta onnivora non è una dieta a base animale a parte rare eccezioni che non mi sento di incoraggiare: paleodieta, diete iperproteiche eccetera. Io mangio tutto, ma la base della mia dieta è vegetale, appunto.
2) L’importanza delle proteine nobili: uova, carne e pesce compongono le cosiddette proteine nobili. Le proteine vegetali non sono la stessa cosa. Una buona dieta deve comprendere entrambe: chi non vuole mangiare carne o pesce può mangiare almeno le uova e i formaggi stagionati, ma una dieta con la totale esclusione di proteine animali è carente e chi la segue rischia di non essere in perfetta salute. Ho personalmente già letto in abbondanza e vagliato le tesi di chi dice che le proteine nobili non esistono, che i formaggi fanno venire l’osteoporosi, che le proteine di animali uccisi non sono utili all’uomo, che gli uomini non hanno denti/capacità digestive/intestino capace di mangiare carne e pesce: ho trovato però talmente tante smentite e argomenti migliori che da tornare all’idea delle proteine nobili.
3) Gli sbilanciamenti della dieta vegana: in particolare nel fai da te, ho visto persone ingrassare con la dieta vegana, soffrire di metabolismo lento (sebbene uno studio del 2013 avrebbe smentito la cosa: il punto è che il campione di riferimento non faceva dieta onnivora ma vegetariana, quindi era uno studio tra i vantaggi di una dieta vegetariana e quelli di una dieta vegana), perdere i capelli, così come ho visto ragazze adolescenti perdere il ciclo. Una mia amica ha sofferto di una grave anemia in seguito alla sua dieta vegana. Mio marito, ex vegano, ha recuperato salute e metabolismo tornando alla dieta onnivora. Il problema della dieta vegana è difatti l’eccesso di alimenti della soia e semi di soia, l’eccesso di noci, semi e olii vegetali che portano a un aumento di grassi acidi omega6 e a uno sbilanciamento ormonale a favore di un eccesso di estrogeno. Sgranocchiare noci, nocciole e arachidi ogni tre per due non fa affatto bene alla salute: un conto è mangiarne una decina come snack, ma io conosco persone che ne consumano 2-300 grammi al giorno con la scusa delle “proteine”.
Il fatto che moltissime persone facciano poi una dieta vegana senza sapere nulla di moltissimi integratori naturali e alimenti biologici (la farina di canapa, per esempio) ma semplicemente procedendo all’eliminazione di tutti i prodotti animali, lo trovo un fenomeno preoccupante.
4) L’importanza di moderazione e qualità: la carne dev’essere di qualità, i preparati industriali sono da evitare come la peste. Questa è una cosa che un onnivoro dovrebbe capire. La carne di allevamento intensivo fa senza dubbio male e personalmente la evito. Inoltre come per tutto la chiave per la buona salute è la moderazione: la scelta di ottimi formaggi stagionati e da latte crudo, di carni biologiche e di allevamenti controllati o selvaggina quando possibile, di cui mangiare tutto per evitare l’orrore dello spreco (ossa per il brodo, fegato e interiora per i nutrienti), di uova da galline allevate a terra e biologiche, di pesce fresco e locale; tutte queste cose sono un discrimine essenziale quando si parla di alimenti animali. Il pollo di batteria è veleno, il surimi non è pesce.
5) Le fonti vegane: è incredibile come in Italia si parli ancora del China Study come di uno studio autorevole, nonostante siano anni che all’estero il libro è considerato limitato, carente di informazioni, statisticamente erroneo, scientificamente inattendibile e arbitrario nelle conclusioni. Anni. Eppure il China Study è diventato la bibbia dell’universo vegano, mentre dovrebbe rimanere un testo, un saggio, in cui siamo liberi di prendere il buono ed essere scettici sul resto. Uno degli articoli più autorevoli contro il China study è questo, a cui è seguita la replica dello stesso Campbell e la controreplica. Per non parlare degli studi che correlano le proteine animali alle neoplasie e alla maggior parte delle malattie: anche qui, non una parola sul tipo di proteine animali, sulla qualità di carne e uova o pesce del campione scelto. Io non farei mai una dieta a base di wurstel.
Detto questo, il mio non è un appello contro la dieta vegana e a favore di una dieta carnivora, ma detesto i dogma alimentari, il terrorismo alimentare e tutto quello che cozza con l’esercizio della logica. Lascio a ognuno il diritto di alimentarsi come crede e sono aperta a ogni dubbio, proposta di ricerca e via dicendo. Personalmente poi mangio più pesce che carne, e di fatto mangio carne una-due volte a settimana. Non mi sento di escluderla dalla dieta per le ragioni elencate sopra: trovo le proteine animali una risorsa nutritiva importante, per la salute e un sano metabolismo.