Dieta mediterranea: lo studio sui benefici è pieno di errori

Una notizia che non so se e quando arriverà in Italia, che purtroppo non è l’unica nel suo genere, e che anzi è l’ennesima storia in cui un grosso studio scientifico viene criticato e rivisto in seguito alla scoperta di errori grossolani nella raccolta di dati sul campione di riferimento. Stavolta a farne le spese è la dieta mediterranea. Avete presente quegli studi da cui si dovrebbe evincere che la dieta mediterranea fa bene alla salute ed è legata a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari o alla riduzione del rischio di altre malattie? Ebbene, uno studio spagnolo apparso nel 2013 e durato quasi 5 anni, su un campione di oltre settemila persone, si è rivelato inattendibile secondo un gruppo di investigatori: i quali, dopo le segnalazioni di alcuni ricercatori, hanno analizzato i dati in possesso e scoperto che non c’era la possibilità di identificare un nesso di causalità tra la dieta mediterranea e la riduzione delle malattie cardiovascolari del 30% nei soggetti analizzati.
In parole povere: lo studio affermava che fare la dieta mediterranea riduceva del 30% il rischio di malattie cardiovascolari. Ma per arrivare a questa conclusione i ricercatori avrebbero dovuto far seguire al campione la dieta mediterranea, cosa che non sempre è accaduta.

Dopo la revisione dei dati, le conclusioni dello studio sono cambiate: si legge ora che la dieta mediterranea può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari (può) e non che riduce il rischio. Si è passati quindi a parlare di probabilità grazie a una rettifica.
E parliamo di un grosso studio, che ha avuto un’eco mediatica enorme.
Ma che non è un caso isolato: dal 2000 al 2010 sono stati pubblicati il 40% in più di studi scientifici ogni anno. Su un milione e 400 mila studi pubblicati anno per anno, tuttavia, 700 vengono ritirati o corretti pesantemente anni dopo. Nella maggior parte dei casi gli studi vengono ritirati perché si scopre una manipolazione dei dati e non solo: quelli che vengono ritrattati non sono tutti gli studi che hanno delle fallacie, ma solo quelli per cui il giornale scientifico accetta una revisione. Operazione questa complicata, perché i giornali tendono a declinare ogni responsabilità e ridurre così il tasso di articoli revisionati.  E ovviamente nel frattempo lo studio magari ha fatto notizia, dato che l’eventuale revisione arriva con anni di ritardo, come in questo caso. E le notizie che sono uscite, tutti gli articoli sullo studio che poi noi leggiamo sui quotidiani e sul web, non contengono le rettifiche.
Cosa significa? Pensiamo alla dieta, all’alimentazione, allo sport e a tutte le notizie che leggiamo di nuovi studi che parlano di questo o quello. Oggi chiunque riesce a trovare degli studi che affermano tutto e il contrario di tutto. E molto spesso le persone leggono solo le conclusioni o quello che viene riportato sui giornali (le cui redazioni a loro volta leggono solo le conclusioni finali dello studio): senza sapere che magari quegli stessi studi contengono dei problemi nell’analisi dei dati, che forse verranno evidenziati qualche anno dopo, sempre se il giornale che li ha pubblicati accetta le rettifiche!