Dieta intestinale o dieta di eliminazione: per quanto tempo farla?

DIETA INTESTINALE O DIETA DI ELIMINAZIONE: QUALI RISCHI CORRO SE CONTINUO PER SEMPRE?

Il rischio di una dieta di eliminazione è quello di sensibilizzare l’intestino e ridurre la flora batterica buona.

In pratica, si rischia un effetto boomerang. Da una parte abbiamo fatto volare il boomerang e ci sembra di esserci tolti un peso, dall’altro quando meno ce lo aspettiamo il boomerang torna, e grazie alla velocità il colpo si fa sentire in modo più violento.

E’ il caso per esempio dell’esclusione del glutine nella sindrome del colon irritabile.

La sindrome del colon irritabile ha un quadro di sintomi piuttosto vasto in realtà.

Si è visto che chi ne soffre e ha sintomi di coliche frequenti, ovvero appartiene al gruppo IBS-D può essere celiaco, essere sensibile al glutine o avere la scomparsa dei sintomi con una dieta senza glutine.

Chi invece non ha coliche frequenti ma stipsi, non solo non è celiaco né sensibile al glutine, ma la stipsi peggiora in assenza di glutine.
Questo paradosso ha spinto i ricercatori a chiedersi perché la dieta FODMAP non era d’aiuto in tutti i pazienti con sindrome del colon irritabile.
Secondo quanto si sa, alcuni alimenti FODMAP non solo non sono la causa dell’infiammazione, ma addirittura inibiscono i batteri negativi, e senza alcuni di questi l’intestino si indebolisce. 

Per questo la dieta di eliminazione deve essere solo transizionale.

Successivamente si arriva a una fase di mantenimento dove, con i dovuti accorgimenti e le quantità riviste, si evita di tornare alla situazione precedente.

Ma c’è anche un altro motivo, anzi due.

  • Si è visto che più la dieta è varia e meno fossilizzata su certi alimenti, più facilmente si riesce ad avere una flora intestinale sana.
  • Inoltre, chi assume più frutta, cereali, verdura e legumi o noci ha più possibilità di avere un maggior numero di batteri buoni, cosa che si traduce con migliori difese immunitarie e maggiore tendenza a mantenersi magri.

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