Dieta dimagrante e depressione, la tristezza del mangiar magro

Che ve lo dico a fare, certo non ci vuole il succo di volpe a colazione per intuire che mettersi a dieta fa venire la depressione. Ti credo. Immaginate di aprire gli occhi un lunedì mattina, il giorno in genere programmato per essere l’inizio della dieta, come se il lunedì non fosse già deprimente di suo. Sveglia presto e pensi: wow, adesso mi alzo, mi faccio un caffè e poi mi sbafo quel buonissimo yogurt magro con quel cucchiaino di semi di lino o quella fantastica spremuta di pompelmo per iniziare la giornata con non più di cento calorie. Chi non si alzerebbe di scatto? A chi questa colazione non farebbe venire la voglia di iniziare subitissimo la giornata, e anzi, la settimana? Roba da rigirarsi dall’altra parte del letto.

Ora ce lo dice anche uno studio dello University College di Londra: su duemila o quasi persone prese a campione che avevano fatto una dieta, si è registrato un incremento della depressione in oltre la metà di queste nei successivi quattro anni. Certo, tanti benefici per la salute, ma la perdita di peso non corrisponde a un miglioramento dell’umore, anzi. Si pensava che vedersi o sentirsi magre facesse la differenza, invece no. Se la depressione è uno dei fattori che spinge a mangiare di più e a ingrassare, mettersi a dieta al contrario la scatenerebbe in soggetti inizialmente in perfetta salute psicologica. Insomma, sembra proprio che il cibo sia legato strettamente alla nostra salute mentale.
Qual è allora la soluzione? Cerchiamo una dieta o uno stile di vita più salutare che non ci costringa a enormi sacrifici, ma che ci faccia scoprire nuovi sapori, e non solo rinunce e stress.

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