L’origine del Covid-19 è alimentare?

Dallo scoppio dell’epidemia del Coronavirus, avrete sentito senza dubbio citare l’ipotesi del laboratorio di Wuhan come sua possibile origine.

A Wuhan, in Cina, esiste effettivamente un laboratorio di Biosicurezza in cui si testano dei patogeni speciali per capire il loro grado di rischio sull’uomo, e in cui si sono testate delle versioni “potenziate” di alcuni virus, tra cui il Coronavirus.

In molti ritengono che la causa dell’epidemia sia stata incidentale: una possibile “fuoriuscita” del virus prodotto in laboratorio all’esterno.
Oppure addirittura una causa dolosa.

La volontà di infettare le persone, da parte di qualcuno o di qualche “organizzazione”. ll che spiegherebbe anche il motivo per cui proprio da Wuhan abbia avuto origine la pandemia virale.

In realtà, non esistono prove che sia andata proprio così.
Questo innanzitutto perché il laboratorio fa parte di un progetto più ampio di centri creati allo scopo di studiare ceppi di virus letali o potenzialmente letali sull’uomo, secondo una branca della ricerca scientifica che prende il nome di “Gain of function” e viene finanziata da vari Paesi.

Ma anche perché negli ultimi giorni sono uscite delle prove che lasciano supporre proprio il contrario.

E cioè che il virus fosse già una minaccia nota da anni.
Motivo per cui era studiato, nelle sue varianti, anche nel laboratorio di Wuhan.

L’origine del Covid-19, di questa forma di Coronavirus-Sars che oggi miete vittime, sarebbe infatti alimentare o ambientale.

L’ORIGINE DEL COVID-19 E’ ALIMENTARE? LE PROVE A SOSTEGNO DI QUESTA IPOTESI

Il laboratorio di Wuhan nascerebbe nel 2004, in collaborazione con la Francia. Ma nel 2006 e nel 2007 uscirono due studi che invece denunciavano alcune pratiche alimentari e igieniche in uso in alcuni Paesi come pericolose per una possibile diffusione del Coronavirus tra gli esseri umani. In entrambi gli studi, infatti, si parla dei pipistrelli, e di origine zoonotica dei virus.

Entrambi gli studi nella bibliografia citano studi precedenti anche di molti anni la creazione del laboratorio di Wuhan.

La chiave del puzzle sono proprio i pipistrelli e altri animali esotici. I pipistrelli sono un caso noto di possibile “spillover” dei virus, ovvero di un virus che può passare da una specie all’altra, in questo caso da una specie animale a quella umana.

Si tratta di animali che sono vettore di moltissimi batteri e virus.

Nel 2006 un gruppo di ricercatori individuò ben 66 virus che provenivano dai pipistrelli, dove l’animale poteva essere un vettore di diffusione. Alcuni di questi, spiegavano i ricercatori, potevano essere passati all’uomo. Lo studio del 2007 prende in esame proprio il Coronavirus Sars, e la possibilità che questo passi dagli animali, soprattutto dai pipistrelli, all’uomo.

Ma perché tanta attenzione verso i pipistrelli?

Perché in Cina e non solo lì, ma anche in Thailandia, i pipistrelli vengono non solo mangiati, ma i loro escrementi vengono usati come fertilizzante. Gli animali vengono catturati e venduti nei mercati alimentari.

Poiché la pratica veniva denunciata già da anni, e una ricerca apparsa su Nature in queste settimane ha escluso (con molte probabilità) che il Covid-19 come oggi lo conosciamo venga dai laboratori, sono molto più alte le probabilità che l’origine di questo ceppo di Coronavirus sia alimentare (o igienica). E non di una “fuga” o di altro incidente causato dal laboratorio.

Vedi anche: Coronavirus, ci sono anche sintomi intestinali.