Sappiamo tutti che i sintomi da Coronavirus che il Ministero della Salute e l’Organizzazione Mondiale della Sanità identificano come quelli chiave per diagnosticare l’infezione sono tre.
Ovvero febbre, tosse secca e forte stanchezza, con senso di affaticamento muscolare e difficoltà respiratorie.
Successivamente c’è il rischio che a questi sintomi possa affiancarsi una polmonite.
Negli scorsi giorni tuttavia uno studio apparso su The American Journal of Gastroenterology ha rilevato un quarto sintomo che colpisce la metà dei pazienti affetti da Coronavirus. Ovvero i problemi intestinali.
Secondo quanto si legge dal report, ben 103 pazienti infetti su 204 ricoverati in ospedale riportavano problemi gastrointestinali, che andavano dalla diarrea alla nausea. Lo studio è stato condotto in Cina, confrontando i dati di 3 ospedali di diverse regioni tra cui Wuhan. Quella che sappiamo essere stata il centro dell’epidemia cinese.
CORONAVIRUS SINTOMI DIGESTIVI COMUNI
Nella quasi metà dei pazienti che lamentavano problemi di natura gastrointestinale, il sintomo più comune era la mancanza di appetito per nausea, seguito da diarrea, vomito e dolori di pancia.
Ma c’è un dato più allarmante che si legge alla fine del report.
I pazienti che lamentavano problemi di natura intestinale sono stati anche quelli in cui è stato osservato un tempo di aggravamento più lungo dai primi sintomi rispetto ai pazienti che non avevano questi sintomi.
Ovvero, i pazienti senza sintomi intestinali tendevano ad aggravarsi in 7 giorni dalla comparsa dei primi sintomi.
Quelli con problemi intestinali in più di 9 giorni. Inoltre, chi aveva problemi intestinali aveva anche valori epatici e di tempi di coagulazione del sangue più alterati.
In definitiva, i ricercatori chiedono di non sottovalutare i sintomi intestinali come esordio del virus e di prendere tutte le cautele del caso evitando di uscire.
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